SEGNO, COLORE E SCRITTURA A CONFRONTO
Venerdì 26 marzo 2010, alle ore 19.00, presso la Biblioteca Comunale “A. Perotti” di Cassano delle Murge, il critico letterario Lello Spinelli e la scrittrice Anna Sciacovelli dialogheranno sulla genesi e sull’essenza della creatività letteraria ed artistica.
L’incontro, organizzato dal Centro Studi Europeo Spinelli con il patrocinio del Comune di Cassano delle Murge e l’intervento del Sindaco Maria Pia Di Medio e dell’Assessore alla Cultura Pierpaola Sapienza intende ripercorrere filosoficamente i punti d’aggancio tra arte e poesia partendo dall’assunto heideggeriano secondo cui “l’arte rivela il senso delle cose, ciò che esse sono in verità, in quanto lo manifesta attraverso un’opera”.
Il critico Lello Spinelli partendo dall’analisi dell’esperienza poetica lascerà emergere le profonde analogie, tra “arte e segni sulla tela” ed attraverso la lettura dei versi della Sciacovelli, inoltre, emergeranno le fortissime corrispondenze tra poesia e vita, tra letteratura e pittura.
Questa stretta parentela per secoli fondata su assiomi che fecero testo in Occidente (L’ut pictura poesis dell’Arte poetica di Orazio, e il celebre detto attribuito da Plutarco a Simonide di Ceo che la pittura è poesia muta e che la poesia è pittura parlante), come guidò fino a tempi recenti la mano dei pittori che s’ispirarono a testi letterari per le loro composizioni, così fu sempre presente ai poeti che si studiarono di evocare dinanzi agli occhi dei lettori immagini a cui solo le arti plastiche, si sarebbe detto, potevan rendere giustizia.
Sulla stretta parentela tra pittura e poesia si avverte che, in passato, la critica d’arte mirò per lo più a tradurre in parola l’opera pittorica e plastica o meglio l’opera dei pennelli e degli scalpelli dapprima solo timidamente richiamando l’attenzione su questo o quel particolare, come fa il Vasari descrivendo gli affreschi di Piero Della Francesca a “San Francesco” in Arezzo.
Successivamente il Pater trova la “Gioconda” di Leonardo espressiva “di ciò che nel corso di mille anni eran venuti a desiderare” e la sua bellezza “il deposito, cellula per cellula, di strani pensieri, di fantastiche divagazioni e di passioni squisite”.
Frattanto l’ut pictura poesis aveva trovato altri generi di applicazione sulla critica d’arte e il linguaggio tecnico tesi a configurarsi sempre più in stile che adombra quello dell’oggetto descritto.
In simile linguaggio tecnico-lirico possono trovarsi forse le stesse premesse di un possibile commento ad opere d’arte non figurative, cioè astratte, tant’è che ancor oggi i critici si sforzano d’animare con un’enfasi lirica una serie di rilievi che vorrebbero essere di natura tecnica, cercano insomma di condire con parole violente e definitive come: bruciare, sofferto, lirismo, un discorso che di sua natura non sarebbe che arido e vacuo.
“Percorsi di riflessione su segno, colore e scrittura”, nel corso dei quali la poetessa declamerà alcune liriche tratte dalla sua produzione mentre il critico tenderà a sottolineare le connessioni e le divergenze tra arte pittorica e letteraria.
L’incontro, organizzato dal Centro Studi Europeo Spinelli con il patrocinio del Comune di Cassano delle Murge e l’intervento del Sindaco Maria Pia Di Medio e dell’Assessore alla Cultura Pierpaola Sapienza intende ripercorrere filosoficamente i punti d’aggancio tra arte e poesia partendo dall’assunto heideggeriano secondo cui “l’arte rivela il senso delle cose, ciò che esse sono in verità, in quanto lo manifesta attraverso un’opera”.
Il critico Lello Spinelli partendo dall’analisi dell’esperienza poetica lascerà emergere le profonde analogie, tra “arte e segni sulla tela” ed attraverso la lettura dei versi della Sciacovelli, inoltre, emergeranno le fortissime corrispondenze tra poesia e vita, tra letteratura e pittura.
Questa stretta parentela per secoli fondata su assiomi che fecero testo in Occidente (L’ut pictura poesis dell’Arte poetica di Orazio, e il celebre detto attribuito da Plutarco a Simonide di Ceo che la pittura è poesia muta e che la poesia è pittura parlante), come guidò fino a tempi recenti la mano dei pittori che s’ispirarono a testi letterari per le loro composizioni, così fu sempre presente ai poeti che si studiarono di evocare dinanzi agli occhi dei lettori immagini a cui solo le arti plastiche, si sarebbe detto, potevan rendere giustizia.
Sulla stretta parentela tra pittura e poesia si avverte che, in passato, la critica d’arte mirò per lo più a tradurre in parola l’opera pittorica e plastica o meglio l’opera dei pennelli e degli scalpelli dapprima solo timidamente richiamando l’attenzione su questo o quel particolare, come fa il Vasari descrivendo gli affreschi di Piero Della Francesca a “San Francesco” in Arezzo.
Successivamente il Pater trova la “Gioconda” di Leonardo espressiva “di ciò che nel corso di mille anni eran venuti a desiderare” e la sua bellezza “il deposito, cellula per cellula, di strani pensieri, di fantastiche divagazioni e di passioni squisite”.
Frattanto l’ut pictura poesis aveva trovato altri generi di applicazione sulla critica d’arte e il linguaggio tecnico tesi a configurarsi sempre più in stile che adombra quello dell’oggetto descritto.
In simile linguaggio tecnico-lirico possono trovarsi forse le stesse premesse di un possibile commento ad opere d’arte non figurative, cioè astratte, tant’è che ancor oggi i critici si sforzano d’animare con un’enfasi lirica una serie di rilievi che vorrebbero essere di natura tecnica, cercano insomma di condire con parole violente e definitive come: bruciare, sofferto, lirismo, un discorso che di sua natura non sarebbe che arido e vacuo.
“Percorsi di riflessione su segno, colore e scrittura”, nel corso dei quali la poetessa declamerà alcune liriche tratte dalla sua produzione mentre il critico tenderà a sottolineare le connessioni e le divergenze tra arte pittorica e letteraria.