Clemente Francavilla – La rappresentazione dello spazio non figurativo.

Presso il Museo Nuova Era ( Strada Dei Gesuiti, 13, Bari) dal 22 febbraio al 19 marzo 2020 Clemente Francavilla presenta la mostra " La rappresentazione dello spazio non figurativo".

Le nove opere presentate costituiscono alcuni esempi di rappresentazione dello spazio su una superficie bidimensionale che escluda qualunque referente analogico con la realtà. Dove cioè, non venga rappresentata alcuna scena reale. 

E’ risaputo che buona parte dell’arte moderna abbia rivolto la propria attenzione alla sperimentazione di modalità nuove di rappresentazione della realtà. 

Ma la realtà o, meglio, l’idea che ci facciamo di essa, dipende da fattori diversi e soprattutto da un concetto di spazio (dovremmo aggiungere, di tempo). Se facciamo mente locale, la storia delle arti visive potrebbe essere interpretata come una storia della rappresentazione dello spazio, sempre più “reale”, al punto tale da assistere alla distruzione dello stesso supporto bidimensionale del piano pittorico, ritenuto insufficiente. 

C’e chi ha affermato che non esiste un dipinto completamente bidimensionale, volendo in tal modo significare che è sufficiente la presenza di un solo punto o una sola linea disegnati su una tela per trasferire, in chi guarda, delle sensazioni spaziali. In effetti quella linea sta “sopra” o “davanti” lo sfondo, simulando in tal modo una stratificazione, una profondità. 

Gli studi condotti dagli psicologi della Gestalt agli inizi del Novecento, hanno chiarito come facciamo a interpretare lo spazio visivo. Sono sufficienti alcuni indizi come la sovrapposizione, il gradiente di luminosità o di dimensione, la deformazione di un oggetto visivo. 

Le opere esposte rappresentano alcuni esempi. Vi sono degli antecedenti autorevoli in tutta questa ricerca artistica, ma la presenza dello strumento elettronico di disegno offre ulteriori modalità di rappresentazione, prima difficilmente raggiungibili. 


Clemente Francavilla ha insegnato Ergonomia e Progettazione nel corso di Laurea in Disegno Industriale presso l’Università “La Sapienza” di Roma. E’ docente di Psicologia della forma presso l’Accademia di Belle Arti di Bari. Allievo di Adele Plotkin, eredita una tradizione di pensiero che risale alla Gestaltpsychologie e alla didattica di Josef Albers. Dall’incontro con John Maeda nel 1998 scaturisce l’interesse per le tecnologie applicate alla sperimentazione grafica. Fra le sue pubblicazioni: Teoria della percezione visiva e psicologia della Forma, Schena, 1997 (prefazione di Adele Plotkin, con il contributo del Consiglio Nazionale delle Ricerche). Progettazione grafica, Hoepli, 2007 (Top Ten Hoepli, settembre 2011). Digigrafia sperimentale, Schena, 2009 (testimonial Shinnoske Sugisaki, con la prefazione di Giancarlo Iliprandi (tradotto in lingua inglese, è presente presso la University of Art Museum di Osaka, la Japan Graphic Designers Association di Tokio). Digital basic design, Aracne, 2011 (tradotto in lingua inglese, è presente presso la Fondazione Camberwell College of Art – University of Arts di Londra). Vision & Visual Design, Hoepli, Milano, 2017.



Clemente Francavilla – La rappresentazione dello spazio non figurativo.
Dal 22 febbraio al 19 marzo 2020

MUSEO NUOVA ERA
Bari, Strada Dei Gesuiti, 13, (Bari)

Orario di apertura
da martedì a sabato ore 17.30 - 20.30

Vernissage
22 febbraio 2020, h 18.30

Sito web
http://www.museonuovaera.com



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