Musei Civici di Venezia : Oggi vi raccontiamo che...

Di mestiere Giulia Lama era ricamatrice e merlettaia, e mai si iscrisse alla Fraglia dei Pittori, ma nella scena cittadina si muoveva con gli stessi committenti che a quella corporazione attingevano. Sulla scena internazionale si muoveva invece la sua contemporanea Rosalba Carriera, che ritraeva a pastello personalità e regnanti d'Europa con risultati eccelsi. Giulia Lama non si mosse mai da Venezia. Non era bella, anche all'epoca non mancava il notista di costume che lo facesse notare. Da altre scarne notizie sappiamo ch'era erudita in filosofia e matematica e frequentava circoli scientifici e umanistici e che scriveva apprezzate poesie. Non era amata, fu anzi molto osteggiata. Suo sodale fu però il quasi coetaneo Giambattista Piazzetta, che dirigeva l'Accademia di Nudo che la stessa Giulia frequentò nei primi anni del Settecento.

Nel complesso sistema delle corporazioni veneziane gli artisti furono originariamente parte dell'Arte dei Depentori, che comprendeva molte declinazioni. Nel 1436 ebbero un loro ordinamento statuario che confluì nella mariegola redatta nel 1517, dal 1679 chiesero al Doge di scorporarsi definitivamente e di creare un’Accademia. Nel 1682 era istituita l'Arte dei Pittori e finalmente nel 1750 è concessa una sede alla gioventù per lo studio del disegno. Nasce così la Veneta academia di pittura, scultura e architettura il cui primo direttore è un già anziano Giambattista Piazzetta, che morirà nel 1754 a 71 anni, un po' più giovane è il presidente Giambattista Tiepolo. Il Settecento è il secolo dell'istituzione dei primi musei pubblici, delle istituzioni scientifiche, delle accademie, in cui talvolta, molto raramente, entrano anche le donne.


Piazzetta, pittore e disegnatore eccellente, come altri artisti aveva a Venezia una scuola di disegno dal vero, dove anche una Giulia Lama almeno trentenne si esercitò con nudi maschili e femminili. Il suo segno è influenzato da quello del maestro, non è lineare e analitico ma definisce bruscamente le figure contrastando luce e ombra. Massa e movimento, resi con forti chiaroscuri, contano più dell'anatomia, che in Giulia Lama si fa inesatta, la mano talvolta indecisa, forse ancora inesperta.


Nel Gabinetto Stampe e Disegni della Fondazione Musei Civici di Venezia ci sono molti lavori degli allievi dell’accademia di Piazzetta e nei fasci di carte spesse e ruvide si trovano anche 12 fogli di Giulia Lama, oggetto nel 2018 di una mostra nel Museo del Settecento Veneziano a Ca' Rezzonico che conserva anche il suo dipinto con decapitazione Il martirio di Sant'Eurosia. Tracciati con gesso nero e rosso e lumeggiature bianche, talvolta dopo aver acquarellato la carta, per la maggior parte sono nudi maschili, anche in questo Giulia Lama si distingue dalle sue contemporanee colleghe. Artista con qualità e abilità specifiche, tra i pittori veneziani si distinguerà per il suo tenebrismo e la pittura essenziale con violenti contrasti di luce. La sua arte ha avuto storicamente giudizi contrastanti, la sua riscoperta più recente è dovuta a Rodolfo Pallucchini nel 1933, che ne ha esaltato la modernità, sia artistica che biografica.


Di Giulia Lama restano diverse attribuzioni, molte opere sono andate perdute, e un suo bel ritratto dipinto da Giambattista Piazzetta (oggi nel museo Thyssen-Bornemisza a Madrid, è stato esposto in Canaletto & Venezia, mostra del 2019 a Palazzo Ducale ) C'è anche un suo autoritratto (oggi nella Galleria degli Uffizi ) che Giulia Lama dipinse nel 1725, ritraendosi con tanto di pennelli in mano, e chissà se i suoi colleghi e concorrenti l'accusarono anche per questo di sfacciataggine. Se n'è andata nel 1747, nella stessa casa in cui era nata 66 anni prima.




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