Attraverso l’arte. La galleria Il Gabbiano 1968-2018

Il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea della Spezia rende omaggio alla storica galleria Il Gabbiano che, in cinquant’anni di ricerca artistica e con oltre 500 mostre, ha portato in città le eccellenze dell’arte contemporanea italiana e internazionale, con approfondimenti dedicati alla Poesia visiva, a Fluxus, all’Arte concettuale, alla Body Art e alle esperienze legate alla musica e al suono.

L’esposizione “Attraverso l’arte. La galleria Il Gabbiano 1968-2018”, in programma dal 27 maggio al 25 settembre 2022 al secondo piano del Museo e nella project room, è curata da Mario Commone in dialogo con Mara Borzone, Francesca Cattoi, Cosimo Cimino, Lara Conte e Marta Manini, ideatrice del progetto grafico e di allestimento; la direzione del progetto è affidata ad Eleonora Acerbi e Cinzia Compalati, conservatrici del Centro.


Il Gabbiano ha avuto il merito di porre al centro del suo percorso la figura dell’artista, attenzione posta fin dagli esordi probabilmente perché la galleria, attiva dal 1968 al 2018, è stata sempre condotta da soli artisti, spinti dalla necessità di avere tra di loro e con il pubblico uno spazio di dialogo e di confronto. Ci sono comunque state nel corso degli anni fruttuose collaborazioni con critici e storici dell’arte, nonché galleristi, che hanno contribuito a ramificare sempre più la rete di contatti e conoscenze che ha reso la galleria nota a livello nazionale e con numerosi contatti anche all’estero.

La galleria Il Gabbiano nasce alla Spezia nel 1968 per volontà di una dozzina di artisti. Un’esigenza probabilmente scaturita dalla mancanza in città di situazioni analoghe ed essendo venuto meno da pochi anni anche il Premio del Golfo, rassegna periodica di pittura di rilevanza nazionale.

Gli interessi del Gabbiano – nel frattempo gli artisti che compongono il circolo si riducono a quattro (Fernando Andolcetti, Cosimo Cimino, Mauro Manfredi e Clara Milani) – si orientano poi verso le ricerche d’avanguardia che si affiancano al concettuale, quali la Poesia visiva e Fluxus, in particolare grazie ai rapporti con artisti importanti come, ad esempio, Mirella Bentivoglio, che ha contribuito a mettere in relazione tutta una serie di altri artisti che lavoravano secondo un linguaggio legato sia alla parola che all’immagine fotografica, quindi alla loro connessione. Altro artista e teorico importante che ha stretto una ininterrotta collaborazione fino agli ultimi anni è Lamberto Pignotti, tra i padri della Poesia visiva, con lui Lucia Marcucci, Eugenio Miccini e Giuseppe Chiari, tutti protagonisti di collaborazioni e mostre personali alla galleria Il Gabbiano.

Negli anni quindi Il Gabbiano ha visto passare opere di numerosissimi artisti, oltre a quelli già citati, ad esempio, la spezzina Ketty La Rocca – contribuendo a far conoscere il suo importante lavoro –, Mimmo Rotella, Ugo Nespolo, Richard Smith, Ben Vautier, Philip Corner, Takako Saito, Jiri Kolář, Emilio Isgrò, Ben Patterson, Sarenco, Rodolfo Vitone, Maria Lai, Gillo Dorfles, Nanni Balestrini, Pietro Grossi.

Un capitolo a parte merita il sodalizio con il pittore Edo Murtić, che a partire dal 1970 ha realizzato numerose mostre personali, lavorando praticamente in esclusiva e producendo litografie inedite per Il Gabbiano.

Il progetto espositivo ripercorre la cinquantennale vicenda della galleria attraverso una silloge di oltre centocinquanta opere. Nella project room è inoltre proposta un’installazione corale, che riprende le dinamiche espositive della galleria, caratterizzate sovente da mostre collettive e tematiche, per le quali i partecipanti, in formazione variabile, erano chiamati a inviare un’opera secondo le indicazioni richieste, creando delle vere e proprie collane che avevano anche uno sviluppo editoriale. Per l’occasione, cinquanta artiste e artisti (Paolo Albani, Alfio Antognetti, Calogero Barba, Mirco Baricchi, Vittore Baroni, Carlo Battisti, Pietro Bellani, Jacopo Benassi, Antonio Bobò, Sergio Borrini, Anna Boschi, Antonino Bove, Roberto Buratta, Lynn Campbell, Giovanni Campus, Carlo Canè, Emma Caprini, Marco Casentini, Gianfranco Carrozzini, Bruno Cassaglia, Lorenzo D’Anteo, Giovanni Fontana, Mariano Frare, Delio Gennai, Dania Gennai, Mauro Ghiglione, Alessio Gianardi, Vittoria Gualco, Alessio Guano, Dario Longo, Alessio Manfredi, Ruggero Maggi, Romano Masoni, Cesare Nardi, Nadia Nava, Anne O'Callaghan, Serena Olivari, Giuseppe Pellegrino, Lamberto Pignotti, Sylvia Ptak, Gian Paolo Roffi, Massimo Salvoni, Rosemarie Sansonetti, Danilo Sergiampietri, Yvonne Singer, Alberto Sordi, W. Mark Sutherland, Giuliano Tomaino, Alessandro Traina, Francesca Vivenza), che nel corso degli anni hanno esposto al Gabbiano, sono stati invitati a dare un contributo-omaggio alla mostra sotto forma di bandiera. La bandiera diventa così simbolo di libertà e leggerezza, elementi che hanno sempre contraddistinto l’identità del Gabbiano.

La mostra al CAMeC è parte del percorso di ricerca condotto sugli Archivi della Galleria che confluirà nella pubblicazione di un volume a cura del Circolo Culturale, nel quale sarà documentata la storia della galleria attraverso le mostre, le performance, i concerti e le conferenze realizzate durante gli anni di apertura nelle sedi di via Don Minzoni 63, poi 53 e infine via Ricciardi 15 e in diversi luoghi della città.

L’esposizione sarà visitabile fino al 25 settembre 2022, da martedì a domenica dalle 11.00 alle 18.00 (chiuso il lunedì), aperto 2 giugno. Ingresso intero euro 5, ridotto euro 4, ridotto speciale euro 3,50. 

Per informazioni: tel. +39 0187 727530, camec@comune.sp.it, http://camec.museilaspezia.it. 

Nel corso della mostra saranno proposti incontri di approfondimento, attività performative e percorsi didattici e laboratoriali per i bambini e le famiglie.


Evento segnalato da: CSArt di Chiara Serri, Via Emilia Santo Stefano, 54, 42121 Reggio Emilia



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