Il nuovo Grande Bailo si arricchisce

Il nuovo Grande Bailo si arricchisce di 4 sale dedicate ad Alberto Martini, Nino Springolo, Lino Selvatico e Giovanni Barbisan.

Comunicato Stampa

Il nuovo Bailo si allarga. Al percorso museale già esistente si aggiungono 4 nuove sale, riservate ad altrettanti protagonisti della pittura veneta del Novecento: Alberto Martini, Nino Springolo, Lino Selvatico e Giovanni Barbisan.

“Il nostro intento è quello – evidenziano il sindaco Mario Conte e l’assessore alla cultura Lavinia Colonna Preti di presentare, con un nucleo attentamente selezionato di opere, 4 artisti che nel precedente ordinamento venivano solo “accennati”, a cominciare dall’ “altro Martini”, l’opitergino Alberto. Artista straordinario per capacità tecnica e visionarietà, uno dei maggiori artisti italiani dello scorso secolo, il simbolista italiano per eccellenza. Per l’allestimento della nuova Sala Alberto Martini abbiamo chiesto, e generosamente ottenuto, la collaborazione del Comune di Oderzo e della Fondazione Oderzo Cultura: un vivo ringraziamento al sindaco, Maria Scardellato, alla presidente, Maria Teresa De Gregorio, e al direttore Filippo Maria Covre”.

“In attesa delle Celebrazioni, nel ’24, del Centenario della morte di Alberto Martini – aggiunge Fabrizio Malachin -, la Fondazione ha concesso per la Sala Martini un gruppo davvero significativo di opere, a partire dal grande “Autoritratto”. Nella Sala si potranno ammirare anche 23 chine su cartoncino delle illustrazioni, celeberrime, della “Divina Commedia”, 18 cartoline illustrate dedicate al tema della “Danza Macabra”, un gruppo di strumenti di lavoro dell’artista, insieme alle opere patrimonio dei Civici Musei Trevigiani: i 7 pastelli intitolati Fantasie al sole, testimonianze di un simbolismo nutrito di letteratura, e L’esprit travaille, autoritratto interiore dipinto alla ‘maniera nera’, notevolissimo esempio del periodo parigino”.

Se gli artisti simbolisti cercavano di superare la pura apparenza delle cose, trovando un legame tra il dato oggettivo e i sentimenti soggettivi, tentando così di ritrovare la spiritualità che esiste nella cruda realtà ma fa parte del regno dell’invisibile, con gli altri protagonisti si entra in una sfera diversa dal ritorno all’ordine all’osservazione del dato naturale.

La Sala riservata a Nino Springolo (1886 – 1975) riunisce così importanti opere del maestro, principalmente focalizzate su due filoni: il ritratto ed i paesaggi. Con capolavori come il “Sile alla Fiera” del 1939, o “Il fiume a primavera” del 1928 si apre una spettacolare sequenza di vedute sul Sile, per poi passare ai ritratti: “Piero” del 1923, “Gemma” del 1941 eccetera. Anche su Springolo, nel ’24 è in programma una approfondita mostra monografica.

La donazione recentemente pervenuta di opere e testimonianze di Lino Selvatico (1872 –1924), troverà spazio nella Sala a lui dedicata. Più estesamente sarà documentata nella monografica che all’artista veneto viene annunciata per i prossimi mesi, presentandolo come uno dei più ricercati e raffinati ritrattisti sulla scia di Giovanni Boldini, Corcors, Lavery. Grazie alla donazione, il magistrale “Ritratto di Teresita Lorenzon”, patrimonio dei Musei Civici potrà straordinariamente essere affiancato dal suo bozzetto ad olio e da due altri importanti dipinti.

Anche Giovanni Barbisan (1914 – 1988) torna prepotentemente parte dell’allestimento del Bailo con opere grandi e scenografiche. Innanzitutto l’affresco che lo vide protagonista alla Biennale del 1936 per la sezione affresco, I nostri migliori amici sono i rurali, ma anche il grande telero con Martire fascista, e poi due Autoritratti del 1937 e degli anni ’50. A rappresentarlo anche alcune magnifiche Nature Morte, una delle quali ad affresco.

Il Bailo arricchisce così la sezione permanente attraverso 4 protagonisti dell’arte che da Treviso hanno mosso i lori primi passi.


Ufficio Stampa:

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