“POST SCRIPTUM” DI ALFREDO RAPETTI
E' stata inaugurata questa sera alle ore 19 presso la Sala Murat di Bari “Post Scriptum”, la mostra personale di Alfredo Rapetti, organizzata in collaborazione con l’Assessorato alle Culture e con il patrocinio del Comune di Bari.Fino al 6 luglio.
Alfredo Rapetti, docente presso il Centro Europeo di Toscolano e nelle Università dell’Immagine di Milano e New York, ha progettato questa mostra in funzione dell’esposizione nella Sala Murat: quattordici le tele, 180x120 cm, che dialogano con lo spazio austero ed essenziale dell’architettura dell’antico mercato. Sulle superfici delle tele parole e immagini non fanno più parte di un codice, ma appaiono come un meta-testo in cui i germi della scrittura vanno da un estremo di rarefazione all’ipertrofia della moltiplicazione. La scrittura perde di vista il suo significato immediato e diventa cultura, il simbolo di una storia culturale che partendo dal territorio circoscritto del vissuto dell’artista si estende a mostrarne la fittissima interrelazione col genere umano.
Il senso dell’invito al dialogo offerto dal lavoro di Alfredo Rapetti sta proprio nella spinta a trovare una piattaforma comune che faciliti il gioco del confronto e che possa elevarsi oltre la Babele dei linguaggi, le miserie dei piccoli tornaconti quotidiani e gli steccati delle ideologie, per trovare il senso di un progetto concreto che parli una sorta di lingua franca comprensibile a tutti.
L’arte realizza così la sua più antica utopia, quella di fondare un territorio vergine, metalinguistico, dove instaurare un canale di comunicazione privilegiato in quanto non viziato dai molteplici accidenti del quotidiano, un luogo dalla cristallina trasparenza che possa essere fonte di stimolo e di suggerimento in direzione del benessere della collettività.
Rapetti, classe ’61, fin da giovanissimo è introdotto dal nonno materno, Alfredo De Pedrini, presidente dell'Associazione Arti Grafiche, nell’ambiente artistico milanese dove si forma alla scuola del Fumetto e matura la sua passione per la pittura.
Numerose sono state le mostre personali e collettive che lo hanno visto protagonista. Il suo curriculum annovera mostre personali alla Fondazione KMG di Berlino; alla Fondazione Ideazione di Roma; a Villa Olmo di Como; all'Albergo delle Povere di Palermo; alla Certosa di San Lorenzo di Padula; alla Galleria Maretti di Montecarlo e alla Ca' D'oro di Roma. Fra le collettive si ricordano: Grand Palais di Parigi; MAR'S di Mosca; Palazzo Strozzi a Firenze; Museo per l'Arte Straniera di Riga; Salone D'Autunno a Parigi; Museo Permanente di Milano; Biennale di Venezia 2007
Alfredo Rapetti, docente presso il Centro Europeo di Toscolano e nelle Università dell’Immagine di Milano e New York, ha progettato questa mostra in funzione dell’esposizione nella Sala Murat: quattordici le tele, 180x120 cm, che dialogano con lo spazio austero ed essenziale dell’architettura dell’antico mercato. Sulle superfici delle tele parole e immagini non fanno più parte di un codice, ma appaiono come un meta-testo in cui i germi della scrittura vanno da un estremo di rarefazione all’ipertrofia della moltiplicazione. La scrittura perde di vista il suo significato immediato e diventa cultura, il simbolo di una storia culturale che partendo dal territorio circoscritto del vissuto dell’artista si estende a mostrarne la fittissima interrelazione col genere umano.
Il senso dell’invito al dialogo offerto dal lavoro di Alfredo Rapetti sta proprio nella spinta a trovare una piattaforma comune che faciliti il gioco del confronto e che possa elevarsi oltre la Babele dei linguaggi, le miserie dei piccoli tornaconti quotidiani e gli steccati delle ideologie, per trovare il senso di un progetto concreto che parli una sorta di lingua franca comprensibile a tutti.
L’arte realizza così la sua più antica utopia, quella di fondare un territorio vergine, metalinguistico, dove instaurare un canale di comunicazione privilegiato in quanto non viziato dai molteplici accidenti del quotidiano, un luogo dalla cristallina trasparenza che possa essere fonte di stimolo e di suggerimento in direzione del benessere della collettività.
Rapetti, classe ’61, fin da giovanissimo è introdotto dal nonno materno, Alfredo De Pedrini, presidente dell'Associazione Arti Grafiche, nell’ambiente artistico milanese dove si forma alla scuola del Fumetto e matura la sua passione per la pittura.
Numerose sono state le mostre personali e collettive che lo hanno visto protagonista. Il suo curriculum annovera mostre personali alla Fondazione KMG di Berlino; alla Fondazione Ideazione di Roma; a Villa Olmo di Como; all'Albergo delle Povere di Palermo; alla Certosa di San Lorenzo di Padula; alla Galleria Maretti di Montecarlo e alla Ca' D'oro di Roma. Fra le collettive si ricordano: Grand Palais di Parigi; MAR'S di Mosca; Palazzo Strozzi a Firenze; Museo per l'Arte Straniera di Riga; Salone D'Autunno a Parigi; Museo Permanente di Milano; Biennale di Venezia 2007