_Waiting for love/ Writing of love_

Martedì 25 Gennaio 2011 alle ore 18 si inaugurerà la mostra Waiting for love/ Writing of love a cura di Simona Gavioli presso SpazioBlue via Gandino 3, Bologna.


Che cos’è l’amore? Vinicio Capossela ha scritto "chiedilo al vento". Secondo Aristofane anticamente eravamo uniti e lo struggimento per quella perduta unità, il desiderio di ritrovarla si chiama amore. Beethoven tentò di spiegarlo alla sua amata immortale in una lettera datata 7 luglio 1812 dove si dichiara "eternamente tuo"; Oscar Wilde sconta due anni di lavori forzati per aver scritto frasi come: "possa io vivere per toccare le tue mani e i tuoi capelli" nelle lettere di adorazione ad Alfred Douglas. Per Baudelaire "…e tanto più t'amo quanto più mi fuggi…"; ai giorni nostri, Gramellini scrive "l’amore non ha un perché, l’amore è il perché". E per noi contemporanei esseri umani in una società dominata dalla comunicazione via internet, con Facebook, Messenger e i tanto utilizzati Sms, che cos’è l’amore..? Ma soprattutto scriviamo ancora lettere, imprimiamo i nostri sentimenti su carte color paglierino profumate di Patchouly e incitiamo il postino a far presto a consegnare la busta perché arrivi il prima possibile in buchetta a chi l’abbiamo spedita..?

La risposta è molto semplice ma cela una sorta di speranza in un ritorno alla semplicità e alla scrittura che si stacca dalla nostra abitudine quotidiana, certo l’sms è più sbrigativo, più diretto, più veloce ma non esprime interamente i palpiti del nostro cuore, ci compare su uno schermo freddo a caratteri piccolissimi e anche se inseriamo le tanto acclamate Emoticons con cuoricini rossi non ha quel calore ardente e appassionato che esprime la parola scritta su carta inviata a mezzo posta o appoggiata timidamente sul comodino perché al risveglio venga letta dalla persona che vorremmo accanto.

In questo momento la nostra società mette a dura prova questo impulso tanto ricercato dimostrandoci di essere incapaci di amare e metterci in gioco e facendoci vivere nella continua disintegrazione dei sentimenti, rendendoci automi in preda a bulimia affettiva. Risulta che ognuno rimane disperatamente solo, perso nelle proprie insicurezze, cercando di consumare subito una passione come fosse un oggetto. Un amore definito da Z. Bauman, "liquido perchè scorre", si consuma e si scioglie in un lasso di tempo talmente veloce che quasi fatichiamo a rendercene conto.

"Waiting for love/ Writing of love" è un ritorno alle origini, una presa di coscienza di un periodo che non esiste più e che faticherà a riproporsi perché un ciclo terminato non permette passi all’indietro, in fondo il tempo è un’occasione che non può ritornare.
Sarà attraverso le opere di Erika Latini, Alessandra Maio e Giulia Neri, che si risveglierà il ricordo di amore passati, lettere composte e storie d’amore vissute in timida attesa.

Ed è proprio nella percezione dell’attesa che prende vita l’opera di Erika Latini che indagando attraverso la rielaborazione di alcune lettere scritte da suo padre a sua madre durante il servizio militare nel 1971 ci riporta a quel mix di tensione, paura e perdita di certezza che cresce e si alimenta per la mancanza momentanea della persona amata. Le parole scritte scandiscono un tempo, il suo, attimo dopo attimo, conquistando lentamente la fiducia della donna che poi diventerà sua moglie.
Giulia Neri sveste una lettera in cui l’amore non necessita in primis della parola per essere protagonista ma si manifesta grazie alla simbologia e alla magica leggenda del melograno L’immagine di questo frutto che in diverse culture allude alla seduzione, nel linguaggio della Neri esprime un amore ardente, un frutto del desiderio che mostrando i suoi grani traccia un percorso di passione in bilico tra sentimenti contrapposti, perché se l’amore è beatitudine e ardore è anche insopportabile desiderio di passione e tormento per l’abbandono, una ferita che non si riesce a cicatrizzare, così ne consegue che l’amore disturba anche quando è assente. Ed è proprio la divisione del melograno che carica il lavoro di Giulia di allegorie dove i chicchi camminano lungo questo sentiero come figli che tornano alla madre, ripercorrendo a ritroso le strade degli amori perduti, delle lettere mai scritte che si ripresentano a noi come un conto da saldare.
Con "E.V.S. (“Ex Voto Suscepto”) Alessandra Maio disegna un cuore nudo, un disegno anatomico senza orpelli e decorazioni, ottenuto dalla ripetizione ossessiva di una conta “Ambarabà Cicci Coccò…”. Una sorta di lettera dell’indecisione per una difficile scelta. Il ritorno all’infanzia e l’ossessiva voglia di essere ancora bambini che si ri-propone nelle sue opere come un clichè, una riflessione su quanto sia sottile la linea che separa il mondo dei piccoli da quello degli adulti, quasi una crudele consapevolezza perché tutti siamo stati bambini e tutti prima o poi diventeremo grandi. Ma chissà forse non tutti…!

Simona Gavioli

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