Il Passo della Luce al Castello dell'Imperatore ed al Cassero di Prato

Installazione site specific a dimensione ambiente in fibra elettroluminescente, fibra ottica, olf-optical lighting film, vetro stratificato temperato.
 
L’opera permanente Il passo della luce dell’artista visivo Carlo Bernardini, voluta dalla città di Prato - in collaborazione con in Museo Pecci - che entrerà a far parte del patrimonio di arte contemporanea della città, è un dialogo interno/esterno con l’architettura attraverso l’infinita corsa della luce cristallizzata in forma fisica dalla fibra elettroluminescente".
 
Il progetto è un intervento tra la porta del Castello dell’Imperatore ed il Cassero, un percorso tra l’interno e l’esterno ed al contempo un rimando visivo che attraverso la luce ricrea sulla Fortezza la congiunzione ideale con la parte del Cassero oggi mancante.
 
Bernardini è un light artist che dalla metà degli anni ’90 a livello internazionale ha realizzato grandi installazioni ambientali di luce in molte città; per Prato ha studiato un percorso che nel suo insieme ci conduce ad un’esplorazione dello spazio, alla ricerca di quelle dimensioni invisibili che nelle ricerche della fisica sperimentale intuitivamente si intendono come le “dimensioni extra”; ipotizzate oltre le tre dimensioni tangibili, non sono percepibili per l’occhio umano e vengono quindi considerate dimensioni inosservabili.
 
Nella prospettiva unidirezionale del lungo passetto del Cassero, luogo in cui qualsiasi forma diviene accentratrice dello sguardo, l’intervento secco con direttrici di luce che tagliano lo spazio interno ed esterno senza soluzione di continuità, si pone come una sorta di indicatore di percorso che accompagna il viaggio dei visitatori.
 
Nella porta del Castello nasce il primo intervento, costituito da un’installazione in fibra ottica contenuta in una forma di vetro e superficie olf, optical lighting film, una lente in grado di creare a livello percettivo dei ribaltamenti visivi illusori tra le fibre ottiche reali e quelle riflesse e apparenti, contribuendo a rendere sfuggente ciò che si vede.
 
Si tratta di una sorta di diaframma che interagisce con la fibra ottica collocata internamente, creando illusori sdoppiamenti e distorsioni dell’immagine, a seconda del nostro movimento e del conseguente mutamento della visuale; tutto ciò fa scaturire un insieme di rimandi geometrici di linee e punti di luce disseminati nella struttura.
 
Attraverso questa forma di vetro e luce, apparentemente chiusa ma permeabile alla vista nel suo interno, si determina una sorta di cristallizzazione e scomposizione della luce stessa.
 
In questo punto dove anticamente il Cassero prendeva origine sulla porta posteriore del Castello, vi è il richiamo visivo voluto da Bernardini all’attuale entrata del Cassero, punto di partenza di linee di luce che radenti la volta attraversano diagonalmente l’intero passetto.
 
Seguendo il percorso nella sua estensione, attraverso i nostri passi ci sembrerà di scandire una sorta di “passo della luce” suggeritoci dal disegno; disegno che prosegue il suo corso tagliando da parte a parte il ponte, la zona aperta del passetto dove in una corsa senza soluzione di continuità, si ricongiungono le linee di luce dalle mura esterne fino al versante terminale del Cassero.
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