L'isola che non c'è ovvero L'isola delle rose

Il Museo PierMaria Rossi di Berceto (PR) presenta, da quest'oggi al 24 agosto 2014, "L'isola che non c'è", a cura di Giuseppe Bigliardi. La straordinaria avventura di un uomo - Giorgio Rosa - che il primo maggio del 1968 fondò il proprio stato indipendente, durato 55 giorni, in mezzo al mare Adriatico.

L'isola delle rose. Questa è la storia di un'isola. Di un'isola che non c'è, o meglio di un'isola che non c'è più.

Non è il luogo fantastico di Peter Pan, e nemmeno Utopia,l'isola immaginata da Tommaso Moro nel 1516, bensì un'isola veramente esistita anche se per brevissimo tempo in quanto dopo 55 giorni dalla proclamazione di Repubblica Indipendente, lo Stato Italiano decise di distruggerla considerandola un "grave pericolo" secondo le parole dell'allora Ministro dell'Interno Emilio Taviani. Risultò vano qualsiasi appello al Presidente della Repubblica Saragat per salvare il destino della nuova Repubblica che vene distrutta definitivamente il 25 febbraio 1969.

"L'isola delle rose", conosciuta anche come "Insulo de la Rozoj", nacque negli anni '60 per opera dell'Ing. Giorgio Rosa. Aveva il suo governo, la sua bandiera,la propria lingua ufficiale, la propria valuta e un ufficio postale dal quale fecero appena in tempo a partire un centinaio di lettere e cartoline affrancate con i propri francobolli.

 La proclamazione de L'isola delle roseUna storia affascinante e straordinaria, un'avventura che nacque negli anni in cui Italia viveva un'intensa stagione di conquista di nuovi spazi civili, di nuove libertà e opportunità e contemporaneamente si abbattevano tanti schemi e barriere. Se da una parte suscitò timori e paura, dall'altra alimentò sogni, speranze, desideri.

L'ing. Giorgio Rosa, ama sottolineare come sia stata distrutta l'isola ma non l'idea di ciò che rappresentò. E forse ancora oggi L'Isola delle Rose, rappresenta il sogno di ogni uomo libero. Un'utopia, ma pur sempre un sogno avvincente.

A distanza di quasi 50 anni dalla posa del primo "pilastro", Il Museo Pier Maria Rossi propone una mostra per raccontare questa storia straordinaria, ancora in parte sconosciuta. Con questa esposizione a Berceto si intende decontestualizzare la vicenda per farla vivere fuori dai suoi confini geografici e catapultarla in territori più ampi, i territori dell'utopia. Utopia, il non luogo, il luogo perfetto.

Il progetto è molto ampio e, nella sua durata di quattro settimane, prevede interventi e dibattiti che toccano diversi campi, da quello filosofico e sociologico circa il concetto di utopia e libertà, a quello linguistico in quanto la lingua ufficiale era l'esperanto ancora oggi parlata da 2.000.000 di persone, da quello artistico attraverso uno spettacolo teatrale dedicato, a quello ambientale circa il problema della riconversione delle piattaforme marine.


Il programma completo della manifestazione è disponibile all'indirizzo: www.insulodelarozoj.it. Per informazioni: tel. 335 6237878, www.museopiermariarossi.it, direzione@museopiermariarossi.it.

Post popolari in questo blog

Sparsa animae fragmenta recolligam ovvero Raccoglierò i frammenti sparsi dell’anima

Salvador Dalì e il sogno che si avvicina

MEDITERRANEO, IL NOSTRO E L'ALTRUI