EGON SCHIELE : DA VIENNA A MILANO
Accusato di pornografia nella Vienna asburgica, chiuso in carcere per una quattordicenne: Storia di un pittore nato troppo presto per il suo tempo. A lui Milano dedica una grande mostra: "Schiele e il suo tempo", a partire dal 25 febbraio, e fino al 6 giugno 2010, realizzata in collaborazione con il Leopold Museum di Vienna.
Il prossimo 25 febbraio a "Palazzo Reale Milano" s'inaugurerà una importante mostra dedicata all'artista austriaco Egon Schiele e ai suoi contemporanei. Le opere, una quarantina più altrettante di Klimt, Kokoschka, Gerstl e Moser, provengono dal Museo Leopold di Vienna che possiede il maggior numero di lavori del pittore protagonista del passaggio dallo Jugendstil all' Espressionismo. La rassegna, che ha l'obiettivo è di ricostruire il clima culturale della Vienna dei primi anni del ventesimo secolo, attraversando le tendenze espressioniste, fino al 1918, quando termina la prima grande guerra e muoiono Klimt e Schiele, potrà essere visitata fino a giugno.
Nei ritratti di Klimt, attorno al personaggio c'è sempre un ambiente, un luogo e la figura risulta integrata in quel mondo, un mondo progressista, di vedute aperte, ma dalle solide basi. Nei ritratti invece dei suoi due giovani successori, Kokoschka e Schiele, niente: le figure vagano del vuoto, disancorate. Se Klimt si era figurato l'intellettuale, l'artista quindi come un vate, di sacerdote, Kokoschka e Schiele portano in luce un paziente, una croce, uno scorticato. In un celebre disegno ad inchiostro del 1909, kokoshka dà di uno dei più acuti scrittori satirici del suo tempo, Karl Kraus, un'immagine sofferente, da prigioniero: capelli rasati, barba lunga, guance incavate, collo smagrito, dietro gli occhiali uno sguardo paziente, lucido e fisso, la testa che s'inclina sulla spalla come per stanchezza. E Schiele, negli autoritratti, come un medico perito settore, scortica se stesso, inflessibilmente, e rende vana la torsione disperata del corpo troncando mani e piedi; la liberazione è impossibile, perché quello che travaglia l'essere umano viene dal suo interno, ed è spesso oscuro: si chiama sesso, violenza, follia, morte.
Sulla traccia del dott. Freud, o piuttosto insieme a lui, Klimt aveva compiuto le prime incursioni nei regni inesplorati della sessualità. Schiele, riprendendo il il cammino esattamente dove lui l'ha lasciato, si spinge più oltre, nella complessa psicologia dei rapporti fra adulti, nei terreni inquietanti dell'autoerotismo, della sessualità infantile: scoprendo l'incomunicabilità, la sostanziale solitudine che si cela in molte situazioni comunemente ritenute relazionali. Dipingerà immagini estremamente scottanti, che attireranno a lui, fra le altre, anche una certa categoria di collezionisti, quelli interessati, come si diceva un tempo, alle "immagini galanti" (bonario eufemismo di "immagini pornografiche"). E tuttavia anche col loro supporto, darà della pulsione sessuale un'immagine tutt'altro che rassicurante: quella di una febbre tormentosa, triste, che consuma il corpo senza mai cessare di agitarlo.
La più grande raccolta dei lavori di Egon Schiele si trova a Vienna: 220 opere di tutti i periodi della sua produzione. Occupa -da sola- un intero piano del Leopold Museum, un tempo collezione privata di Rudolf ed Elisabeth Leopold e, qualche anno fa, divenuto museo pubblico, una delle gemme del "Museumsquartier" della città austriaca. Una realtà creata dalla passione di Rudolf Leopold, medico e collezionista nato a Vienna nel 1925, per il lavoro di Schiele, del quale divenne accanito collezionista. Dal 1955, Rudolf Leopold ha alimentato con prestiti dalla sua raccolta le mostre di Egon Schiele in tutto il mondo.
Altri importanti nuclei sono quelli dell' Historisches Museum der Stadt Wien, della Osterreichische Galerie, dell' Oberosterrechishes LandesMuseum di Linz. Rimanendo in Austria, hanno collezioni ragguardevoli il Landesmuseum Joanneum e la Collezione Viktor Fogarassy di Graz, la Neue Galerie-Wolfang Gurlitt di Linz. Tullin, la piccola città natale di Egon Schiele sul Danubio ha un giovane museo (fondato nel 1990 nel centenario della nascita dell'artista), che vanta cento opere originali, delle quali i disegni eseguiti in carcere. Naturalmente una parte dell'opera artistica di Schiele è in possesso di collezioni private sparse nel mondo.
Fonte: ARTE 6 leonardo basile
Il prossimo 25 febbraio a "Palazzo Reale Milano" s'inaugurerà una importante mostra dedicata all'artista austriaco Egon Schiele e ai suoi contemporanei. Le opere, una quarantina più altrettante di Klimt, Kokoschka, Gerstl e Moser, provengono dal Museo Leopold di Vienna che possiede il maggior numero di lavori del pittore protagonista del passaggio dallo Jugendstil all' Espressionismo. La rassegna, che ha l'obiettivo è di ricostruire il clima culturale della Vienna dei primi anni del ventesimo secolo, attraversando le tendenze espressioniste, fino al 1918, quando termina la prima grande guerra e muoiono Klimt e Schiele, potrà essere visitata fino a giugno.
Nei ritratti di Klimt, attorno al personaggio c'è sempre un ambiente, un luogo e la figura risulta integrata in quel mondo, un mondo progressista, di vedute aperte, ma dalle solide basi. Nei ritratti invece dei suoi due giovani successori, Kokoschka e Schiele, niente: le figure vagano del vuoto, disancorate. Se Klimt si era figurato l'intellettuale, l'artista quindi come un vate, di sacerdote, Kokoschka e Schiele portano in luce un paziente, una croce, uno scorticato. In un celebre disegno ad inchiostro del 1909, kokoshka dà di uno dei più acuti scrittori satirici del suo tempo, Karl Kraus, un'immagine sofferente, da prigioniero: capelli rasati, barba lunga, guance incavate, collo smagrito, dietro gli occhiali uno sguardo paziente, lucido e fisso, la testa che s'inclina sulla spalla come per stanchezza. E Schiele, negli autoritratti, come un medico perito settore, scortica se stesso, inflessibilmente, e rende vana la torsione disperata del corpo troncando mani e piedi; la liberazione è impossibile, perché quello che travaglia l'essere umano viene dal suo interno, ed è spesso oscuro: si chiama sesso, violenza, follia, morte.
Sulla traccia del dott. Freud, o piuttosto insieme a lui, Klimt aveva compiuto le prime incursioni nei regni inesplorati della sessualità. Schiele, riprendendo il il cammino esattamente dove lui l'ha lasciato, si spinge più oltre, nella complessa psicologia dei rapporti fra adulti, nei terreni inquietanti dell'autoerotismo, della sessualità infantile: scoprendo l'incomunicabilità, la sostanziale solitudine che si cela in molte situazioni comunemente ritenute relazionali. Dipingerà immagini estremamente scottanti, che attireranno a lui, fra le altre, anche una certa categoria di collezionisti, quelli interessati, come si diceva un tempo, alle "immagini galanti" (bonario eufemismo di "immagini pornografiche"). E tuttavia anche col loro supporto, darà della pulsione sessuale un'immagine tutt'altro che rassicurante: quella di una febbre tormentosa, triste, che consuma il corpo senza mai cessare di agitarlo.
La più grande raccolta dei lavori di Egon Schiele si trova a Vienna: 220 opere di tutti i periodi della sua produzione. Occupa -da sola- un intero piano del Leopold Museum, un tempo collezione privata di Rudolf ed Elisabeth Leopold e, qualche anno fa, divenuto museo pubblico, una delle gemme del "Museumsquartier" della città austriaca. Una realtà creata dalla passione di Rudolf Leopold, medico e collezionista nato a Vienna nel 1925, per il lavoro di Schiele, del quale divenne accanito collezionista. Dal 1955, Rudolf Leopold ha alimentato con prestiti dalla sua raccolta le mostre di Egon Schiele in tutto il mondo.
Altri importanti nuclei sono quelli dell' Historisches Museum der Stadt Wien, della Osterreichische Galerie, dell' Oberosterrechishes LandesMuseum di Linz. Rimanendo in Austria, hanno collezioni ragguardevoli il Landesmuseum Joanneum e la Collezione Viktor Fogarassy di Graz, la Neue Galerie-Wolfang Gurlitt di Linz. Tullin, la piccola città natale di Egon Schiele sul Danubio ha un giovane museo (fondato nel 1990 nel centenario della nascita dell'artista), che vanta cento opere originali, delle quali i disegni eseguiti in carcere. Naturalmente una parte dell'opera artistica di Schiele è in possesso di collezioni private sparse nel mondo.
Fonte: ARTE 6 leonardo basile