NADIA LOLLETTI : Tra sogno e realtà
Sabato 22 maggio 2010, alle ore 18.30, presso la Sala Espositiva della Civica Biblioteca "Armando Perotti" di Cassano delle Murge s'inaugura la mostra personale della pittrice abruzzese Nadia Lolletti "Tra sogno e realtà" presentata dalla scrittrice Anna Sciacovelli. Inaugurerà il Sindaco di Cassano Maria Pia Di Medio con l'intervento dell'Assessore alla Cultura Pierpaola Sapienza.
La mostra, organizzata dal Centro Studi Europeo Spinelli, da Messaggi Edizioni e dalla rivista "Pensiero & Arte" col patrocinio dell'Amministrazione Comunale si terrà a tutto il 31 maggio p.v.
Quasi una sfida aperta, questa della pittrice, in una continua assiemanza di segno-colore, parole dipinte, appena sussurrate in una atmosfera che sembra travalicare i confini della stessa quotidianità per attestarsi in un mondo «altro», un mondo di sorprendente luminosità.
Un confronto-scontro, il suo, mentre la stessa emozione che colpisce l'osservatore di fronte a ciascuna opera diventa ed è pagina bianca sulla quale trascrivere il messaggio recepito attraverso il segno-colore dell'artista.
Una notevole capacità nella Lolletti, di utilizzare i mezzi interiori che diventano, nell'estrincazione grafica e pittorica di ogni nuova opera una sorta di ricerca che supera il momento estetico al quale si riferisce e la stessa tematica trattata per attingere ad un dialogare risolto in algide metaforiche di poeta su tutto quanto la circonda o sulle stesse inquietudini della donna moderna.
Per una trasmutazione alchemica di questa artista segno e colore sembrano riacquisire il loro stato di puro valore interagendo simbioticamente nella tela o sulla carta nella rappresentazione anche nei frammenti di spazio che ciascuna opera sa afferrare nella trama trasparente del sogno e della memoria.
Che dire di questa nota artista abruzzese, come farne un'analisi estetica, come penetrare, e da dove, nel tessuto delle sue opere senza fare castelli incantati ricorrendo - come si è soliti fare da parte di certa critica militante - alle idee generali?
Diremmo che occorre necessariamente riconoscere che condurre una critica vera e propria non è facile se non ci si sforzi di individuare e approfondirne il valore estetico anziché, come si è soliti fare, da parte di certa critica d'arte, combinare tale valore estetico a più vasti discorsi attorno ai fatti ed alle idee generali nei quali si appagano la stessa vanità e superbia del critico.
L'arte, invece, una qualsiasi opera d'arte deve parlare da sé, deve trasmettere al fruitore un suo messaggio senza bisogno di intermediari ed il critico, dal canto suo deve considerarla come nient'altro che un predetto estetico, cioè realtà da far rientrare unicamente nella categoria del bello e del brutto che sono le categorie dell'arte e della non arte.
Segni, forme, colore, contenuto, costituiscono per Nadia Lolletti una piena ed aperta adesione e rispandenza al cosiddetto «gusto dell'arte» o, per dir meglio, alla regale cononizzante del gusto. Cero che alla base di ogni esperienza estetica ci dev'essere «ragione» quella che diceva Goethe, «sentimento» aggiungeva Schiller e, riferendoci al sempre vivace fustigatore Vittorio Sgarbi prendendo, dal titolo di un suo libro «Ragione e passione», aggiungeremmo il termine «passione». Una triade, questa che assai spesso costituisce e - dovrebbe essere - la grammatica, con segni e colori, di un artista, indipendentemente dalle fonti di ispirazione e dagli orientamenti correntizi.
E sentimento, passione e ragione abbiamo avuto modo, anche in occasione di altre mostre di avvertire in Nadia Lolletti sempre associati alla sua conoscenza tecnica, alla fantasia ed al suo stesso voler essere non soltanto una pittrice ma una donna, ogni qualvolta si accosta a «poetare pittoricamente».
La mostra, organizzata dal Centro Studi Europeo Spinelli, da Messaggi Edizioni e dalla rivista "Pensiero & Arte" col patrocinio dell'Amministrazione Comunale si terrà a tutto il 31 maggio p.v.
Quasi una sfida aperta, questa della pittrice, in una continua assiemanza di segno-colore, parole dipinte, appena sussurrate in una atmosfera che sembra travalicare i confini della stessa quotidianità per attestarsi in un mondo «altro», un mondo di sorprendente luminosità.
Un confronto-scontro, il suo, mentre la stessa emozione che colpisce l'osservatore di fronte a ciascuna opera diventa ed è pagina bianca sulla quale trascrivere il messaggio recepito attraverso il segno-colore dell'artista.
Una notevole capacità nella Lolletti, di utilizzare i mezzi interiori che diventano, nell'estrincazione grafica e pittorica di ogni nuova opera una sorta di ricerca che supera il momento estetico al quale si riferisce e la stessa tematica trattata per attingere ad un dialogare risolto in algide metaforiche di poeta su tutto quanto la circonda o sulle stesse inquietudini della donna moderna.
Per una trasmutazione alchemica di questa artista segno e colore sembrano riacquisire il loro stato di puro valore interagendo simbioticamente nella tela o sulla carta nella rappresentazione anche nei frammenti di spazio che ciascuna opera sa afferrare nella trama trasparente del sogno e della memoria.
Che dire di questa nota artista abruzzese, come farne un'analisi estetica, come penetrare, e da dove, nel tessuto delle sue opere senza fare castelli incantati ricorrendo - come si è soliti fare da parte di certa critica militante - alle idee generali?
Diremmo che occorre necessariamente riconoscere che condurre una critica vera e propria non è facile se non ci si sforzi di individuare e approfondirne il valore estetico anziché, come si è soliti fare, da parte di certa critica d'arte, combinare tale valore estetico a più vasti discorsi attorno ai fatti ed alle idee generali nei quali si appagano la stessa vanità e superbia del critico.
L'arte, invece, una qualsiasi opera d'arte deve parlare da sé, deve trasmettere al fruitore un suo messaggio senza bisogno di intermediari ed il critico, dal canto suo deve considerarla come nient'altro che un predetto estetico, cioè realtà da far rientrare unicamente nella categoria del bello e del brutto che sono le categorie dell'arte e della non arte.
Segni, forme, colore, contenuto, costituiscono per Nadia Lolletti una piena ed aperta adesione e rispandenza al cosiddetto «gusto dell'arte» o, per dir meglio, alla regale cononizzante del gusto. Cero che alla base di ogni esperienza estetica ci dev'essere «ragione» quella che diceva Goethe, «sentimento» aggiungeva Schiller e, riferendoci al sempre vivace fustigatore Vittorio Sgarbi prendendo, dal titolo di un suo libro «Ragione e passione», aggiungeremmo il termine «passione». Una triade, questa che assai spesso costituisce e - dovrebbe essere - la grammatica, con segni e colori, di un artista, indipendentemente dalle fonti di ispirazione e dagli orientamenti correntizi.
E sentimento, passione e ragione abbiamo avuto modo, anche in occasione di altre mostre di avvertire in Nadia Lolletti sempre associati alla sua conoscenza tecnica, alla fantasia ed al suo stesso voler essere non soltanto una pittrice ma una donna, ogni qualvolta si accosta a «poetare pittoricamente».