PIETRO CAPOGROSSO - EST

In esposizione presso la VEDETTA SUL MEDITERRANEO (Via Marco Polo 11, Giovinazzo) una decina di dipinti ad olio su tela, realizzati dal 2004 al 2010, vedute marine dalla struttura minimale, in cui l’artista comunica un’idea astratta di paesaggio. Fino al 18 giugno



EST, olio su tela cm 140x190, 2004


“Percorsi dalla luce accecante del meriggio - scrive la scrittrice Lia De Venere nel catalogo della mostra- coperti da un sottile velo di nebbia, i paesaggi marini di Pietro Capogrosso, quasi consumati dalla salsedine, ci appaiono al tempo stesso assolutamente familiari e sorprendentemente estranei. Quei pontili lanciati nel mare, quelle coste piatte e sabbiose, quegli scogli accatastati come per effetto di
un terribile sisma, quei pali solitari che tracciano in terra ombre esili e incerte, li conosciamo bene, noi che viviamo sul mare, e ancor meglio lui, nato in una splendida città come Trani, protesa nell’Adriatico e fatta di pietra appena dorata che la luce diurna intride e rende preziosa. Al tempo stesso, tuttavia, le sue vedute sembrano non appartenere al mondo dei sensi, appaiono prive di qualsiasi corrispondenza reale, pure algide astrazioni nate tutt’al più da un esercizio della memoria o dal primo abbozzo di un’idea.

Pietro, in realtà, non raffigura le coste della sua terra, quelle che si lascia sulla destra, quando se ne allontana – ormai sempre più spesso – ma riesce a restituire nei suoi dipinti l’essenza più intima di luoghi certamente noti, anzi talmente consueti, da non essere più effettivamente visti, pur essendo guardati da sempre.

Una pittura, quella di Capogrosso, che fa tesoro di una gamma cromatica molto ristretta, che ritrae terra, cielo, mare con pochissime tonalità, quasi monocroma, dunque, eppure insieme pregna di sfumature che sembrano impastate non solo con la luce, ma anche con la calce, con la sabbia, con la spuma delle onde.

Nel rigore formale e nell’austerità cromatica Pietro ha trovato una cifra distintiva, la propria severa regola e insieme l’opportunità di violarla, la possibilità di dire cose sempre nuove usando le stesse poche parole.

E nella propensione a praticare spesso lo stesso tema, adottando la stessa economia formale, imponendosi l’identica frugalità cromatica, sembra guardare a Giorgio Morandi, a quella innumerevole serie di dipinti del pittore bolognese, in cui l’ordinarietà del reale diviene esatto paradigma del pensiero, in cui ciò che appare simile, in realtà è profondamente diverso.

A guardar bene, Pietro dipinge quasi sempre l’orizzonte, quella linea mobile che divide cielo e mare, che ci squaderna le mille possibilità del nostro destino e perciò semina nella nostra mente il desiderio di togliere gli ormeggi e andare via, violando la separazione tra terra e mare. E addirittura cerca, là dove cattura stralci di cielo nel perimetro di una finestra, di liberarsi persino dell’orizzonte, di quel confine virtuale che potrebbe forse costituire un argine alla libertà del pensiero.

Ogni volta che dà inizio a una nuova opera, Pietro fissa intensamente il mare o il cielo e appena il colore tocca la tela, i suoi pennelli si fanno remi e ali in direzione di inaspettati approdi.

Sa bene che l’arte è un viaggio pieno di insidie, fatica greve e spesso infruttuosa, ricerca continua di ciò che non si possiede e che spesso purtroppo sfugge. Ma è altresì convinto che rinunciarvi sarebbe impossibile”.

"PIETRO CAPOGROSSO - EST"
VEDETTA SUL MEDITERRANEO
Via Marco Polo 11 (70054)
Giovinazzo (BA) - dal 16 maggio al 18 giugno 2010
080 3946585
info@vedettamediterraneo.it
www.vedettamediterraneo.it

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