La passione del colore. Mario Puccini da Fattori al Novecento (1869 – 1920)

Promossa e organizzata dalla Fondazione Terre Medicee, Comune di Seravezza con la collaborazione con l’Istituto Matteucci di Viareggio, fino al 2 novembre Palazzo Mediceo ospita la mostra "La passione del colore. Mario Puccini da Fattori al Novecento (1869 – 1920)" curata da Nadia Marchioni ed Elisabetta Palminteri.
A quasi cinquant’anni dall’ultima mostra dedicata all’artista livornese Mario Puccini (Livorno 1869 – Firenze 1920), definito a suo tempo il “Van Gogh italiano”, finalmente si offre l’occasione di riscoprire questo pittore attraverso un progetto espositivo inedito che consente di ammirare le sue maggiori opere nel contesto del panorama figurativo della Toscana fra la fine dell'Ottocento ed i primi due decenni del Novecento, precocemente aggiornato sulle novità europee. I dipinti di Puccini saranno quindi affiancati da opere di pittori come Giovanni Bartolena, Giovanni Fattori, Oscar Ghiglia, Silvestro Lega, Ulvi Liegi, Llewelyn Lloyd, Guglielmo Micheli, Alfredo Müller, Plinio Nomellini che, in modi diversi, contribuirono alla formazione ed all'affermazione della sua pittura nel panorama artistico contemporaneo.
La comune matrice fattoriana dalla quale si sviluppa, in differenti direzioni, l'opera degli artisti citati, è particolarmente riconoscibile nell'opera di Puccini (che, negli anni della piena maturità, continuerà a considerare Fattori come il proprio "maestro") e sarà evidenziata in mostra attraverso puntuali confronti. Da qui Puccini partirà, dai primi anni del Novecento, per una ricerca verso un impiego del colore che sfocerà in una interpretazione del tutto personale, consentanea agli sviluppi di alcune tendenze pittoriche europee di quegli anni. L’inedita accensione cromatica e la vigorosa pennellata dei suoi dipinti hanno contribuito, assieme alla malattia mentale, per la quale l’artista fu recluso in manicomio per oltre quattro anni, a suggerire, già nei contemporanei, il legame fra la pittura di Puccini e quella di Van Gogh, la cui opera poté ammirare, assieme a quella di Cézanne, nella celebre collezione fiorentina di Gustavo Sforni, con il quale entrò in contatto nel 1911. Fu proprio da questo momento che la sua carriera artistica fiorì grazie allo stesso Sforni (che possedeva sessanta dipinti di Puccini), a Mario Galli ed altri collezionisti che presero ad acquistare e commissionare dipinti.(..)
da Equilibriarte.org

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