Woman in gold

Negli Usa (scrivono) è stato un grande successo, ora giunge in Italia il film di Simon Curtis ed interpretato dalla Mirren, "Woman in gold" (traducibile in 'la donna in oro' ma a me piace più 'la dama in oro').

Il film narra la vicenda (straordinaria) di Maria Altmann (Dame Helen Mirren), che 60 anni e più dopo la fuga in America dall'Austria, con il marito, per salvarsi dalle persecuzioni naziste, intraprese nel 98' una battaglia legale, grazie all'aiuto di un giovane e intraprendente avvocato, anche lui di origini austriache, Randy Schoenberg (interpretato da Ryan Reynolds), nipote fra l'altro del grande compositore Arnold Schoenberg, per riavere parte dei beni della sua famiglia depredati dai nazisti, fra i quali il "Ritratto di Adele Bloch-Bauer" (zia di Maria), capolavoro di Klimt, considerato "la Monna Lisa austriaca".

“Woman in gold è un racconto che, servendosi dell’involucro del biopic, riesce a mettere in piedi di una ricostruzione storica non fine a se stessa. La tematica della memoria della Shoah, di cui il cinema parla spesso in modi differenti, viene inglobata qui nei panni di una coppia inusuale, un giovane avvocato e un’anziana signora. Il passato e il presente, Vecchio e Nuovo Continente, tradizione e progresso, dialogano costantemente già dalle prime evocative immagini del film, in cui dal pennello dorato di Klimt si passa alla grandezza di file di case che si perdono nella vastità di un campo lungo. Nella storia, Curtis usa sapientemente il pretesto dell’arte per far comunicare le due parti, articolando così una riflessione più ampia sul pesante bagaglio storico del Vecchio Mondo. E ancora una volta, è l’America a mettere ordine e portare giustizia, laddove il Vecchio Continente ancora intriso di  una strana forma di tradizione pregna di pregiudizio, non riesce ad agire.(..)"


La Storia del "Ritratto di Adele Bloch-Bauer" di Gustav Klimt, scritta su wikipedia.org : "Dopo essere stato realizzato a Vienna e commissionato da Adele, la moglie dell'industriale Ferdinand Bloch-Bauer, essa chiese al marito di donarlo, assieme ad altre opere di Klimt in suo possesso, alla Österreichische Galerie Belvedere dopo la sua morte. Quando i nazisti invasero l'Austria, il marito, rimasto vedovo, dovette fuggire dall'Austria per rifugiarsi in Svizzera. La sua proprietà, così come i suoi dipinti realizzati da Klimt, vennero quindi confiscati. Nel suo testamento del 1945, Bloch-Bauer designò il suo patrimonio ai propri nipoti, includenti Maria Altmann.

Mentre i dipinti di Bloch-Bauer rimasero in Austria, il governo austriaco sottolineò che, secondo il testamento, dovevano rimanere in quella nazione. Dopo una lunga battaglia legale avvenuta in Austria e negli Stati Uniti (nota come Republic of Austria v. Altmann), una corte di giudici stabilì, nel 2006, che il ritratto di Adele, assieme ad altre opere di Klimt, doveva rimanere in possesso di Maria Altmann.

Durante il mese di giugno del 2006, le opere di Klimt vennero vendute dalla Christie's a Ronald Lauder per 300 milioni di dollari (il Ritratto di Adele Bloch-Bauer fu valutato per 135 milioni di dollari). Un mese più tardi, il ritratto venne quindi esposto in mostra permanente nella Neue Galerie di New York di Lauder, come richiesto da Maria Altman."

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