MATTEO MASIELLO
"Dalla Nuova Maniera al Postmoderno"
E' questo il titolo della nuova mostra personale dell'artista Matteo Masiello che s'inaugura giovedì 12 marzo alle ore 18 presso la Sala Murat di Piazza Ferrarese a Bari . Insieme all'autore , interverranno il Sindaco di Bari Michele Emiliano , l'Assessore alle Culture Nicola Laforgia e il senatore Giovanni Procacci .
La mostra resterà aperta fino al 27 marzo e sarà visitabile dalle ore 10 alle 13 e dalle 18 alle 21 di tutti i giorni.
"Matteo Masiello nasce nel 1933 a Palo del Colle in provincia di Bari. Autodidatta , svolge varie attività (operaio,bancario,pubblicista,dirigente generale ministeriale) .Inizia ad esporre nel 1970 a Roma presso gallerie private ed enti pubblici.Nel 1978 espone a Palermo presentato da Nello Ponente.Consegue numerosi riconoscimenti fra cui il Premio Internazionale "La Madonnina" (Milano) nel 1984 . E' invitato alla XI Quadriennale d'Arte di Roma e a manifestazioni artistiche in molte città italiane . Esegue illustrazioni di libri , riviste e giornali . Espone all'estero in strutture pubbliche (Stati Uniti,Belgio e Svizzera) , in musei statali russi (Kirov,Kisinev,Gorchi,Mosca,Kazan,Novosibirsk,Cita ed altre ), in musei statali rumeni (Bucarest,Craiova e Cluj Napoca) , in Istituti di cultura (Svizzera,Spagna,Grecia,Portogallo,Cina e Israele) e istituzioni euriopee (Parlamento europeo di Strasburgo).Sue opere, rappresentative del postmoderno , figurano in musei italiani e stranieri , chiese , pinacoteche , università , gallerie , collezioni private e pubbliche in Italia e all'estero.
Il respiro del divenire - 130x150 - olio su tela
<"L'irruenza dell'illusorio , dell'allegorico , del magico nel quadro della realtà è la cifra dominante dell'ultimo Masiello . Sessantenne (1997 - ndr) autodidatta , pugliese di Palo del Colle , giramondo per necessità e per vocazione , Masiello convince pubblici molto diversi - dagli Usa all'Est europeo in cui è "di casa".
La sua produzione si è via via affrancata dalle ambizioni avanguardistiche anni Settanta (neofigurativismo, arte povera) , per approdare ad una semplicità ironica e ad una sapienza delle citazioni che coniugate con l'inesausta passione per il colore e il dominio della tecnica , ne fanno un buon artista , un talento visionario e limpido , onesto nel restituire tormenti e interrogativi del vivere .
Masiello rifugge da ogni ermetismo superfluo , è animato dal desiderio di comunicare (donde viene pure il suo prediligere le dimensioni grandi e i soggetti corali) , ma ci ricorda una verità tanto radicale quanto desueta : la comunicazione è irriducibile all'appiattimento , all'informazione , alla banalizzazione tipici dell'abito televisivo che tutti oggi volenti o nolenti indossiamo. Si comunica autenticamente ,invece , nell'ambito di un sistema simbolico , di sogni ineffabili , di dialoghi chiaroscurali .
I suoi quadri sono perciò fecodati dall'ibrido di mito e di realtà , talvolta di sacro e di profano , che si riproduce in giochi di specchi - immagini nelle immagini , cornice nella cornice - per suggerire , ed ecco l'ironia , che siamo pur sempre di fronte a una finzione , a siparietti esistenziali , "all'inutilità del pittore". Tuttavia questa ironia non lo scoraggia dal mettere in scena i suoi personaggi , gli affreschi di mondanità dolente , alcune fughe esotiche in mercatini arabi , le crocifissioni , le feste nuziali , un'infanzia fabulatoria , la morte e i riti di passaggio che tutte le età non smettono di imporci , persino certi incubi "virtuali che cominciano a popolare il nostro orizzonte .
Si è scritto della sua pittura che rievoca i Grandi Nordici (Bosch per la commistione di tragico e grottesco , Ensor per quella fra espressionismo e surrealismo ante litteram ) , e certo Masiello non è artista che si bei nell'aurea mediocritas mediterranea . Eppure c'è calore nelle sue opere , c'è l'umanissima indulgenza per le maschere che la natura ci affibia e alle quali è spesso vano ribellarsi , c'è una metafisica stemperata nella compassione , c'è De Chirico che fa l'occhietto a Fellini ."
Oscar Iarussi , giornalista e critico d'arte
fonte : www.leonardobasile.it
E' questo il titolo della nuova mostra personale dell'artista Matteo Masiello che s'inaugura giovedì 12 marzo alle ore 18 presso la Sala Murat di Piazza Ferrarese a Bari . Insieme all'autore , interverranno il Sindaco di Bari Michele Emiliano , l'Assessore alle Culture Nicola Laforgia e il senatore Giovanni Procacci .
La mostra resterà aperta fino al 27 marzo e sarà visitabile dalle ore 10 alle 13 e dalle 18 alle 21 di tutti i giorni.
"Matteo Masiello nasce nel 1933 a Palo del Colle in provincia di Bari. Autodidatta , svolge varie attività (operaio,bancario,pubblicista,dirigente generale ministeriale) .Inizia ad esporre nel 1970 a Roma presso gallerie private ed enti pubblici.Nel 1978 espone a Palermo presentato da Nello Ponente.Consegue numerosi riconoscimenti fra cui il Premio Internazionale "La Madonnina" (Milano) nel 1984 . E' invitato alla XI Quadriennale d'Arte di Roma e a manifestazioni artistiche in molte città italiane . Esegue illustrazioni di libri , riviste e giornali . Espone all'estero in strutture pubbliche (Stati Uniti,Belgio e Svizzera) , in musei statali russi (Kirov,Kisinev,Gorchi,Mosca,Kazan,Novosibirsk,Cita ed altre ), in musei statali rumeni (Bucarest,Craiova e Cluj Napoca) , in Istituti di cultura (Svizzera,Spagna,Grecia,Portogallo,Cina e Israele) e istituzioni euriopee (Parlamento europeo di Strasburgo).Sue opere, rappresentative del postmoderno , figurano in musei italiani e stranieri , chiese , pinacoteche , università , gallerie , collezioni private e pubbliche in Italia e all'estero.
Il respiro del divenire - 130x150 - olio su tela
<"L'irruenza dell'illusorio , dell'allegorico , del magico nel quadro della realtà è la cifra dominante dell'ultimo Masiello . Sessantenne (1997 - ndr) autodidatta , pugliese di Palo del Colle , giramondo per necessità e per vocazione , Masiello convince pubblici molto diversi - dagli Usa all'Est europeo in cui è "di casa".
La sua produzione si è via via affrancata dalle ambizioni avanguardistiche anni Settanta (neofigurativismo, arte povera) , per approdare ad una semplicità ironica e ad una sapienza delle citazioni che coniugate con l'inesausta passione per il colore e il dominio della tecnica , ne fanno un buon artista , un talento visionario e limpido , onesto nel restituire tormenti e interrogativi del vivere .
Masiello rifugge da ogni ermetismo superfluo , è animato dal desiderio di comunicare (donde viene pure il suo prediligere le dimensioni grandi e i soggetti corali) , ma ci ricorda una verità tanto radicale quanto desueta : la comunicazione è irriducibile all'appiattimento , all'informazione , alla banalizzazione tipici dell'abito televisivo che tutti oggi volenti o nolenti indossiamo. Si comunica autenticamente ,invece , nell'ambito di un sistema simbolico , di sogni ineffabili , di dialoghi chiaroscurali .
I suoi quadri sono perciò fecodati dall'ibrido di mito e di realtà , talvolta di sacro e di profano , che si riproduce in giochi di specchi - immagini nelle immagini , cornice nella cornice - per suggerire , ed ecco l'ironia , che siamo pur sempre di fronte a una finzione , a siparietti esistenziali , "all'inutilità del pittore". Tuttavia questa ironia non lo scoraggia dal mettere in scena i suoi personaggi , gli affreschi di mondanità dolente , alcune fughe esotiche in mercatini arabi , le crocifissioni , le feste nuziali , un'infanzia fabulatoria , la morte e i riti di passaggio che tutte le età non smettono di imporci , persino certi incubi "virtuali che cominciano a popolare il nostro orizzonte .
Si è scritto della sua pittura che rievoca i Grandi Nordici (Bosch per la commistione di tragico e grottesco , Ensor per quella fra espressionismo e surrealismo ante litteram ) , e certo Masiello non è artista che si bei nell'aurea mediocritas mediterranea . Eppure c'è calore nelle sue opere , c'è l'umanissima indulgenza per le maschere che la natura ci affibia e alle quali è spesso vano ribellarsi , c'è una metafisica stemperata nella compassione , c'è De Chirico che fa l'occhietto a Fellini ."
Oscar Iarussi , giornalista e critico d'arte
fonte : www.leonardobasile.it