Questa mostra raccoglie il lavoro di ricerca degli ultimi cinque anni dell’artista. Il titolo: ” Sparsa animae fragmenta recolligam ” in evidente riferimento al Petrarca, indica una tappa inevitabile nel metaforico viaggio della nostra vita: il momento in cui, in conseguenza di un avvenimento traumatico, il nostro antico mondo va in pezzi e siamo chiamati a raccogliere i frammenti di ciò che resta come il frettoloso viandante che porta con sé solo l’essenziale, per proseguire il cammino con un fardello più lieve. La ricerca ha inizio tra lo smarrimento che frantuma anche i ricordi e il bisogno di un lento e paziente recupero delle macerie, una ricostruzione attraverso i “frammenti sparsi dell’anima” per ricomporre in modo nuovo, con un processo di sintesi , i luoghi della mente. Nuovi “Paesaggi” senza alcun riferimento a luoghi vissuti benché strutturalmente simili. Sono pensieri, sensazioni, a volte solo intuizioni. Il mezzo è sempre lo stesso: acqua pura e pigmento: l’ess
Una riuscita fotografia che ripercorre il clamore de "L’origine del mondo" di Gustave Courbet. Il settimanale francese " Paris Match " ha rivelato che, grazie ad un appassionato d'arte (appassionato de che' ??!!), si è riuscito a capire a chi appartenesse il corpo della modella dipinta da Gustave Coubert nel suo noto quadro-scandalo 'L'origine del mondo' (avete presente??!!). Lo scandaloso dipinto di Courbet, eseguito nel 1866 e che all'epoca aveva sconvolto per il suo 'esagerato' realismo, mostra una natura femminile - è un eufemismo, n.d.r. - in primo piano, con il corpo della donna, sdraiato su di un letto, 'tagliato' all'altezzo del seno. L'appassionato di cui prima dicevo ha trovato un dipinto raffigurante il volto di una donna (bruna, scrivono) con la testa rivolta all' indietro e la bocca 'leggermente aperta' (di questa precisazione mi sfugge il senso....). Il settimanale fa sapere c
“ Hypotheses non fingo ” (“Non invento ipotesi”) è la risposta di Isaac Newton a chi gli chiedeva di definire la forza di gravità: a partire dai fenomeni osservati, sosteneva, si poteva solo descriverne gli effetti. Da questa risposta prende spunto Peteris Lidaka nella mostra che, dal 13 ottobre, presenta alla 121+ Libreria Ex-Temporanea di Milano. Attraverso le sue opere, l’artista lettone crea un universo che scavalca i limiti dell’immaginazione: una nuova realtà, un mondo parallelo in cui l’ingegneria spaziale diventa campo di sperimentazione artistica. Mentre in lavori precedenti – come in Airplaneography, Un Sedicesimo 32, edito da Corraini – aveva immaginato macchine volanti e aeroplani impossibili, rendendo omaggio al volo meccanico, primo grande traguardo tecnologico del Novecento, ora Peteris gioca con l’idea stessa di spazio con modalità più vivide e astratte. Mescolando discipline in modo visionario, immagina macchine volanti come organismi vivi, modellate con