CORPO ELETTRONICO - Videoarte italiana tra materia, segno e sogno.

Progetto della Fondazione Rocco Guglielmo a cura di Gianluca Marziani e Andrea La Porta, presso il Complesso Monumentale del San Giovanni, a Catanzaro. Dall'11 febbraio al 25 aprile 2012 con realizzazioni di Alessandro Amaducci, Matteo Basilè, Alessandro Bavari, Bianco-Valente, Luca Bolognesi, Canecapovolto, Giuseppe Colonese, Salvo Cuccia, Theo Eshetu, Ehab Halabi Abo Kher, Masbedo (Nicolò Massazza e Jacopo Bedogni), Antonello Matarazzo, Andrej Mussa, Studio Azzurro, Gianni Toti e ZimmerFrei.

Una grande tecno-mostra che offre l’occasione di incontrare e conoscere, o ri-conoscere, alcune fra le più importanti e visionarie realtà creative italiane che si muovono sul limite, ormai sempre più diafano, fra video, cinema digitale, immagini e suoni sintetici, e scultura liquida, o umida, come è tutta la scultura installativa, la scultura che non si colloca nello spazio e, piuttosto, apre spazi, anche virtuali.

Corpo elettronico. Video arte italiana fra materia, segno e sogno (è) una mostra votata alla sollecitazione e alla sensibilizzazione del più vasto pubblico possibile nei confronti dell’arte elettronica nelle sue molteplici accezioni e nei suoi polisemici vocabolari formali.

Fruire una mostra di arte elettronica è sempre un’esperienza spettatoriale nuova. Significa portare vicino al momento contingente lo spazio remoto della nostra mente dove è possibile costruire qualsiasi immagine, qualsiasi entità, qualsiasi forma anche mai immaginata prima: Significa interrogarsi sul senso della continuità temporale.

In tutte le installazioni composte da flussi multipli di immagini, gli eventi temporali sono “spazializzati” in modo tale da poter essere compresi in termini scultorei e architettonici piuttosto che strettamente cinematografici. Simultaneità, immagini composite, elisioni visuali, esterno ed interno, spazio e tempo si congiungono e si rimpiazzano. Le manipolazioni temporali e spaziali determinano il collasso di passato e presente. Immagine, suono, tempo e testo diventano così oggettuali, scultorei, malleabili.

Una mostra cross-mediale, ma anche post-mediale – per usare un termine caro ad alcuni teorici del medialismo artistico contemporaneo -, che ambisce a porsi come un’occasione di scoperta di immaginari che coniugano arte, scienza, tecnologia e realtà, e di approfondimento di linguaggi e di tematiche la cui dirompente attualità richiede, anzi chiede, oggi come non mai, di essere ripensata con l’ausilio delle griglie di analisi della poiesi artistica.

Un percorso espositivo lungo il quale immagini plastico-figurative tradizionalmente intese si incontrano a più riprese con immagini chimiche (fotografie e film) ed immagini elettroniche (ottico-analogiche ed algoritmico-numeriche), e i video diventano la materia prima, un “metalinguaggio” da scomporre, analizzare, deviare, reinventare, installare .

Mediaticamente il video è anzitutto televisione. Come non ricordare le sperimentazioni che condussero Lucio Fontana a stilare il Manifesto Spaziale per la Televisione, nel 1952? Ma come non ricordare anche, e insieme, i primi rovesciamenti di senso operati da Nam June Paik e da Wolf Vostell nella struttura stessa del medium, attraverso l’acquisizione e la messa in mostra delle immagini televisive, considerate, per le loro frequenze, manipolabili? Presto, gli artisti scoprono che il medium elettronico – stiamo parlando del software elettronico, non dell’hardware – non è solo un altro elemento possibile, ma l’altro elemento; che cioè, come dice Steina Vasulka, “non si tratta di un nuovo congegno adatto a pratiche tradizionali. Questa è la differenza tra l’arte che coinvolge i media e l’arte che si basa sui media”.

Ecco perché una mostra la cui cifra distintiva è la multimedialità creativa, o la creazione multimediale – non poteva non offrire modalità di consumo dei suoi contenuti che tenessero conto dei mutamenti che l’intera esperienza del consumo di notizie, riviste, libri, musica e altri media sta subendo. Di qui la decisione di corredarla di un suo sito, www.corpoelettronico.com,  accessibile dalle postazioni multimediali in loco, da smartphone o tablet (mediante l’utilizzo gratuito di QR Codes stampati sulle schede segnaletiche degli artisti e delle opere), o da casa, (sito contenente un blog), dove aggiornare in tempo reale gli eventi collaterali della mostra o altro.
 

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