GDM – Grand Dad’s Visitor Center
Laure Prouvost
GDM – Grand Dad’s Visitor Center
A cura di Roberta Tenconi / 19 ottobre 2016 - 9 aprile 2017
Opening martedì 18 ottobre 2016, ore 19 | Anteprima riservata ai Member: accesso alla mostra dalle ore 17.30 alle 18.30
La mostra “GDM – Grand Dad’s Visitor Center” di Laure Prouvost è un’opera d’arte totale che raccoglie oltre quindici lavori – installazioni, video su monitor e proiezioni, sculture e objet trouvé – che danno vita a un singolare museo dedicato al nonno dell’artista, un luogo stratificato e in divenire, dove architettura e contenuto si integrano a vicenda.
Tra le figure più interessanti della sua generazione, vincitrice del Turner Prize nel 2013, Laure Prouvost racconta storie complesse con humor surreale, inglobando nel proprio lavoro le modalità della comunicazione contemporanea contraddistinta da una proliferazione e da un costante consumo di immagini. Prouvost si muove con ampia libertà tra diversi sistemi di rappresentazione, alternando da una parte la finzione, il non-senso, il mondo immaginario e onirico e dall’altra la realtà dell’esperienza quotidiana e delle sensazioni umane. I suoi progetti uniscono un’estetica naïf e bric-à-brac, oggetti ordinari, installazioni labirintiche e architetture instabili a un utilizzo elaborato della tecnologia.
In “GDM – Grand Dad’s Visitor Center” il percorso espositivo si sviluppa in ambienti stranianti e atmosfere paradossali: un salone di bellezza, superfici specchianti, stanze inclinate e spigolose, corridoi bui e labirintici, un’area in cui viene offerto il tè e una zona per il karaoke. La mostra alterna luci e suoni, immagini e parole scritte, momenti di quiete e contemplazione a occasioni di euforia, in un viaggio seducente che avvolge il visitatore e che ne richiede la sua piena partecipazione.
Il progetto si ispira alla presunta storia del nonno di Laure Prouvost, prolifico artista concettuale e caro amico del celebre artista tedesco Kurt Schwitters, che scavando un lungo tunnel tra il suo studio e l’Africa, un giorno non ne fa più ritorno, lasciando la moglie – la nonna dell’artista – unica custode delle sue opere. In particolare, l’idea per il Visitor Center prende avvio nel 2013 con l’installazione video Wantee, in cui compaiono alcune sculture create dal nonno, ma ormai trasformate in oggetti di uso domestico. La costruzione del Visitor Center rimanda anche a una più ampia riflessione sul significato stesso di museo come luogo deputato alla conservazione di opere e alla loro trasmissione nel domani. Nel video If It Was (2015) Prouvost ne mette in discussione le convenzioni: immagina un posto in cui ballare e cantare, dove i visitatori sono accolti caldamente con un bacio, possono fare Zumba e accarezzare le opere. É un luogo in cui il passato, con in suoi momenti oscuri e impolverati, assume significato nel presente e nel futuro, e in cui il pubblico viene trasportato “attraverso il tunnel della storia” verso “altri luoghi”.
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