La Trans-Figurazione in mostra a Palazzo della Racchetta di Ferrara
La Camel Home Gallery di Ferrara in collaborazione con Zamenhof Art di Milano e Palazzo della Racchetta presenta un nuovo progetto curatoriale di Virgilio Patarini: “TRAnS-FIGURAZIONE”, una mostra d’arte contemporanea che raduna nello storico Palazzo della Racchetta, in centro a Ferrara, 100 opere di 11 artisti emergenti, con lo scopo dichiarato di ridefinire un concetto contemporaneo e post-moderno di “figurazione” , tra pittura, fotografia, scultura e installazioni.
In esposizione opere di Simone Boscolo, Valentina Carrera, Amos Crivellari, Dennis Fazio, Ezio Mazzella, Diego Palasgo, Virgilio Patarini, Andrea Pirani, Simona Ragazzi, Ivo Stazio, Edoardo Stramacchia.
La mostra sarà aperta al pubblico in anteprima da venerdì 13 a domenica 15 marzo 2015, in concomitanza con la Maratona di Ferrara, che proprio a Palazzo Racchetta, in via Vaspergolo 4,6 e 6a avrà il suo “quartier generale”, e sarà visitabile nel suo allestimento definitivo a partire da martedì 17 marzo tutti i giorni dalle 15 alle 18, ad ingresso libero, fino a domenica 29 marzo.
Proprio l’ultimo giorno, domenica 29 marzo alle ore 17 si svolgerà una festa di “finissage” della mostra con la presenza di numerosi artisti, rinfresco, e presentazione critica della mostra e oltre che del correlato volume “Trans-Figurazione” pubblicato per l’occasione da Zamenhof Art Edizioni.
TRAnS-FIGURAZIONE (dalla prefazione dell’omonimo volume a cura di Virgilio Patarini)
Una figurazione attraversata, trafitta, tradita, ritrovata e sfigurata, tramandata e al tempo stesso rimandata, abbozzata, non finita, inquieta, in dissolvenza, in ambigua ambivalenza tra memoria e oblìo, in crisi di identità o forse, meglio: in piena presa di coscienza della propria identità multipla, schizofrenica, mutevole e post-moderna, incline al declino e proprio per questo forte della sua fragilità, consapevole della propria consistenza effimera, fantasmatica, famelica e cannibale e al tempo stesso anoressica.
Una figurazione oltre il principio di non contraddizione, uguale a se stessa e sempre diversa, coerentemente incoerente, nostalgica di un passato mai davvero vissuto e forse nemmeno compiutamente immaginato, che risorge dalle sue ceneri e di cenere è fatta, e di fumo che il vento disperde e di fiamme sull’acqua.
Una figurazione sincopata, ondivaga… bussola impazzita che si rifiuta di decidere una volta per tutte da che parte sta il nord, amante fedele solo nell’ora del tradimento, presenza assente, assenza sempre presente, segno di contraddizione, disegno senza contorni, sconfinato confine, modo smodato, snodo riannodato, grumo di sangue e sospiri, carezza che ferisce, problema sempre aperto, insoluto…
Una figurazione in cui il come e il che cosa si scambiano di ruoli, in un gioco di specchi in frantumi in cui è difficile dire se sia l’immagine che è a pezzi o il mezzo che la riflette. O l’anima che in quell’immagine si riflette e riflette su quell’immagine. Forma che si traveste da materia e viceversa, nudo travestimento.
Niente è ciò che sembra e tutto sembra nulla. (…) V.P.
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