I Santi d’Italia. La pittura devota tra Tiziano, Guercino e Carlo Maratta
Promossa dal Comune
di Milano – Cultura, Palazzo Reale e il Centro
Europeo per il Turismo e la Cultura,
insieme al Segretariato Regionale per il Lazio, con il patrocinio del Ministero
dei beni e delle attività culturali e del turismo, e con un autorevole Comitato
d’Onore, in occasione della visita di Papa Francesco
a Milano prevista per il prossimo 25 marzo, aprirà dal
24 marzo al 4 giugno 2017 a
Palazzo Reale la mostra “I Santi d’Italia. La pittura devota tra
Tiziano, Guercino e Carlo Maratta”, a
cura di Daniela Porro.
Papa Francesco in un suo
recente tweet ha affermato che “i santi sono persone che appartengono
pienamente a Dio. Non hanno paura di essere derisi, incompresi o emarginati”,
ed e proprio da queste parole che nasce la mostra I
Santi d’Italia che,
ospitata a Palazzo Reale, racconta l’intensa e suggestiva parabola
della pittura devota,
mettendo in connessione le figure cardine della devozione
popolare di Roma e Milano, dagli
albori del Trecento e sino al sorgere dell’Ottocento, in un percorso di 44 opere
provenienti da alcuni importanti musei
italiani ed esteri, da collezioni private, dalla Pinacoteca
Vaticana e dalla Fabbrica
di San Pietro.
Protagonisti della mostra
sono Francesco d’Assisi e Caterina
da Siena che sono stati proclamati patroni
d’Italia da Pio XII il 18 giugno 1939, Pietro e Paolo che sin dal primo secolo furono designati patroni
di Roma e Ambrogio e Carlo Borromeo che tutt’oggi sono i protettori di Milano.
La rassegna ha inizio con una
ricca sezione dedicata ai due patroni d’Italia, san Francesco d’Assisi e santa Caterina da
Siena, accomunati, oltre che
dall’amor di patria, anche dal fatto di essere stati entrambi segnati dalle
stigmate, seppur in modo diverso. Si potrà ammirare, tra gli altri, lo
straordinario capolavoro maturo di Tiziano, proveniente dalla Pinacoteca
Civica di Ascoli Piceno, che
rappresenta lo struggente momento in cui Cristo fa dono delle “sacre piaghe” al
santo. E questo un istante di grande intimità spirituale per la vita di
Francesco, che invece Guercino dipinge con delicata sensibilità nella pala d’altare della
Cattedrale di Novara, imprimendo alla scena un’atmosfera di forte coinvolgimento
emotivo. In mostra anche un rarissimo capolavoro su tavola, proveniente
dalla Pinacoteca Vaticana, dipinto intorno al 1365 da Matteo di Pacino, in cui Francesco appare, mostrando la
ferita sulla mano e sul costato, tra la Vergine, il Cristo in imago
pietatis, san Giovanni e gli apostoli.
Una presenza importante, che getta luce sul terremoto che ha colpito il centro
Italia, è l’Estasi di San Francesco d’Assisi che è stato tratto in salvo insieme ad altre opere dalla distrutta chiesa di San Francesco di
Accumoli, grazie all’ausilio della squadra del nucleo speciale SAF (Speleo
Alpino Fluviale) del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dei carabinieri e
dei volontari di Legambiente, dai tecnici del Ministero dei beni e delle
attività culturali e del turismo coordinati dall’Unità di crisi del Lazio.
Santa Caterina invece si
potrà ammirare raccolta in preghiera nelle opere del Cozzarelli, del Sodoma e
del Brescianino, della Pinacoteca
Nazionale di Siena, di Raffaello Vanni
che, nel cuore del Seicento, le dedica una delle sue opere più soavi che in
mostra è accostata alla tela caravaggesca di Trofim Bigot, in cui anche Francesco medita dinanzi al Crocefisso.
L’esposizione prosegue
attraverso una serie di opere che raffigurano Pietro e Paolo, i due santi patroni di Roma, partendo dalla preziosissima chiave in argento,
smalti, pietre preziose e vetri colorati del Museo del Tesoro della Basilica di
San Pietro che adornava la statua d’argento del santo di cui in mostra ci sono
un modellino bronzeo, concesso dal Cardinale Arciprete della Basilica di San
Pietro, e un’incisione stampata in occasione del Giubileo del 1725 di proprietà
della Fabbrica di San Pietro che ha anche concesso in prestito una straordinaria quanto “misteriosa” tavola
dipinta senza l’ausilio dei pennelli nel 1525 da Ugo da Carpi su disegno di
Parmigianino.
Di grande
teatralità, per la forza della luce da cui emergono prepotentemente le figure
avvolte nel buio, sono i due capolavori caravaggeschi dipinti da Ribera e da Giovanni Serodine, del quale si potrà ammirare la tela della
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate. In un clima di enfasi
scenica, questa sezione si chiude con due opere che inaugurano il Settecento: San Pietro battezza il centurione Cornelio,
custodito al Palazzo Chigi di Ariccia, dipinto dal marchigiano Carlo Maratta e l’affascinante opera di Giuseppe Cades con San Pietro appare a Santa Lucia e a Sant’Agata, proveniente dalla
Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno, in cui si vede un mirabolante Pietro che
vola sulle due sante martiri siciliane.
La mostra, in
un ideale incontro tra Roma e Milano, prosegue con una sezione su Ambrogio, vescovo a Milano dal 374 al
397, e Carlo Borromeo, anch’egli a
capo della Chiesa milanese dal 1564 al 1584, anno della sua morte. Si potranno
vedere insieme, come nella grande pala con la Vergine dipinta nel 1603 dal Salmeggia, custodita al Castello Sforzesco,
oppure singolarmente. In particolare, di Carlo Borromeo si vedrà il singolare
calco in gesso del volto, realizzato alla sua morte e custodito al Museo dei
Cappuccini di Milano, da cui poi molti artisti hanno tratto ispirazione. Tra
questi, vi è sia un anonimo scultore lombardo che ha realizzato un busto ligneo
policromo, proveniente dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria del Sasso di
Morcote, in Svizzera, sia Carlo Ceresa,
il pittore secentesco bergamasco che certamente se ne è servito per dipingere
il San Carlo in meditazione che
arriva in mostra dai depositi dell’Accademia Carrara di Bergamo, da dove giunge
anche il trittico di Antonio Boselli,
della fine del Quattrocento, ricomposto per questa occasione milanese, con il Battesimo di Cristo tra sant’Ambrogio e
sant’Antonio Abate. Del Museo Diocesano di Milano è il bellissimo dipinto
di Cerano con il San Carlo in gloria, mentre suggestivo e
di grande forza evocativa è la tela con la Visione
di San Carlo Borromeo che proviene dalla Fondazione della Cassa di
Risparmio di Fano, dipinta intorno al 1630 da Giovan Francesco Guerrieri.
Infine,
grazie alla speciale collaborazione con il Comando Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale, sarà possibile ammirare a Palazzo Reale due importanti recuperi di opere d’arte
trafugate. La prima è una serie di cinque statue lignee della fine del
Quattrocento di Domenico da Tolmezzo che raffigurano i santi Paolo, Giacomo,
Matteo, Tommaso e Andrea, trafugata nel 1981 e ritrovato soltanto nel 2016. La
seconda è il recupero di un raffinatissimo dittico cinquecentesco dipinto su
tavola, di manifattura nordica, rubato nel 1987 da una chiesa in Austria e
rintracciato in Italia lo scorso anno. Presentato a Milano per la prima volta,
il dittico è realizzato con una straordinaria tecnica dall’anonimo artista che
mette in risalto una serie di dettagli a rilievo e che si dedica con attenzione
alle espressioni dei volti dei protagonisti biblici raffigurati, rendendo
l’opera un autentico capolavoro ancora da studiare.
Apertura al pubblico
dal 24 marzo
al 4 giugno 2017
Sede
Palazzo Reale
Piazza Duomo
12
Orari
lunedì:
14.30-19.30
martedì,
mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30
giovedì e sabato:
9.30-22.30
(ultimo
ingresso un’ora prima della chiusura)
Ingresso
Intero € 8
Ridotto € 6
Ridotto
scuole € 4
Biglietto
Famiglia:
uno o due
adulti € 6 a testa,
Bambini
fino a 5 anni
gratuito,
da 6 a 14
anni € 4
Info e prenotazioni
OPERA
d’ARTE:
02 45 48 74
00
info@operadartemilano.it
www.operadartemilano.it
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