A Villa Stampacchia in Bari Santo Spirito nasce un museo a Ricciotto Canudo

« L'arte non è la rappresentazione dei fatti reali, è l'evocazione dei sentimenti che avvolgono i fatti »
 (Ricciotto Canudo)


"Guardiamo oltre", il più delle volte....... poi, a caso, scopriamo che sulla strada di casa (e non è un modo dire ma è proprio così.......a pochi metri da casa mia: un colmo bello e buono!!!!), c'è "un pezzo di Storia".
Villa Stampacchia in un disegno del Canudo
In corso Garibaldi 18, a Santo Spirito c'è una antica villa (qui da noi non è difficile trovarne, ce ne sono così tante ) "Villa Stampacchia", fatta realizzare nel 1887 da due fratelli, magistrati, Angelo e Giovanni Stampacchia, fratelli di Emilia, mamma di Ricciotto Canudo.......Chi era Ricciotto Canudo??!!  Avete presente quell'espressione che si usa per definire il cinema, "la settima arte"..... bhè, a coniarla fu lui: Ricciotto Canudo, artista e intellettuale di grande rilievo nel panorama dei primi due decenni del Novecento.
 
Ricciotto Canudo
ritratto da Pablo Picasso nel 1923
In quella villa, Ricciotto, che era nato a Gioia del Colle nel 1877, trascorse diverse estati, con la famiglia. Estati di ritorno in Puglia, visto che ebbe un'infanzia in cui girovagò per varie città del Sud perchè suo padre, Atlante Canudo, era direttore di quelle che oggi chiamiamo "Imposte dirette" e diresse varie sedi. Ricciotto studiò a Messina ma poi la famiglia tornò a Bari.
Ora, in quella villa, sta per nascere un un vero e proprio museo dedicato a Ricciotto Canudo. L'iniziativa è dell'ingegere Gian Donato Di Santo - discendente di Canudo che, in quella villa, oggi vive -  che ha affidato i documenti di famiglia alla "Fondazione Ricciotto Canudo".
"Villa Stampacchia" - spiega Giovanni Dottoli, ordinario di Letteratura francese alla' Ateneo di Bari, studioso di Canudo e autore di sette volumi sullo scrittore nato a Gioia - era un luogo dei sogni di Ricciotto, ne parlava nelle primissime poesie ed ebbe anche una grande influenza sulla sua estetica (..)".

Qualcosa in più su Ricciotto Canudo
Spirito irrequieto ed eclettico, studiò lingue orientali a Firenze e teosofia a Roma.
Si stabilì a Parigi nel 1902 e frequentò i gruppi dell'avanguardia letteraria ed artistica. Diresse la rivista "Montjoie!". Partecipò al dibattito culturale battendosi per il nuovo come categoria estetica assoluta. Non fu, però, un avanguardista perché tenne a salvaguardare il senso della tradizione. Persegue in tutta la sua opera l'ideale dell'"unità dinamica dell'arte". Significativo in questo senso è il manifesto pubblicato su "Le Figaro" il 9 febbraio 1912 nel quale si combatte il sentimentalismo in arte per affermare la necessità del nuovo.

Nel 1921 pubblicò il manifesto "La nascita della settima arte" in cui previde che il cinema avrebbe unito in sintesi le arti dello spazio e del tempo: le arti plastiche con la musica e la danza; Il cinema, "settima arte" si configura come "nuovo mezzo di espressione", "officina delle immagini", "scrittura di luce". In quel periodo divenne amico di Guillaume Apollinaire che gli affibbiò lo scherzoso nomignolo le Barisien, fu anche amico di numerosi artisti, fra i quali Robert Delaunay, Georges Braque, Pablo Picasso, Milhaud e Ravel.
 
Nell'agosto del 1914 con lo scoppio della prima guerra mondiale, Canudo si arruolò nella Legione straniera francese e, come tenente a titolo straniero, fu aggregato alla Legione Garibaldina raggruppata nel 4º reggimento di marcia del 1º reggimento della Legione. Combatté nelle Argonne e nel 1915, con l'entrata in guerra dell'Italia e il conseguente scioglimento dei garibaldini, fu comandato a Orano presso il 2º reggimento straniero. Nominato capitano fu distaccato al 1º reggimento di marcia d'Africa e ottenne il comando di una compagnia di zuavi operante sul fronte d'Oriente, in Macedonia e nei Dardanelli. Ferito in combattimento ebbe numerose decorazioni al valore militare.

La sua produzione comprende romanzi, altre prose brevi (come "Piccole anime senza corpo"), raccolte poetiche, riviste e tragedie, un balletto, saggi musicali e sulla letteratura (come "L'âme dantesque"), scritti cinematografici e centinaia di articoli. Fu considerato uno dei pionieri dell'immagine fotografica nel cinema e del problema dell'estetica cinematografica in generale. Nel 1913 pubblicò in Francia il romanzo "Les Transplantés".
Morì nel 1923 dopo aver pubblicato il suo saggio sul cinema "Riflessioni sulla settima arte". Quattro anni dopo, nel 1927, venne pubblicato postumo il suo libro "L'officina delle immagini" (L'usine aux images) in cui è raccolto il suo lavoro nel settore.
 
 
Tratto da  : http://barisantospirito.ning.com/profiles/blogs/un-museo-a-ricciotto-canudo-in-santo-spirito?xg_source=activity

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