Il coraggio dell' ombrello - Prima retrospettiva dell' artista barese Vito Laselva
Grande attesa per la prima retrospettiva dell' artista barese Vito Laselva che si terrà a breve presso il suo nuovo atelier, nel suggestivo borgo antico di Loseto in Bari. “Il coraggio dell’ombrello", questo il titolo della rassegna che verrà inaugurata sabato 16 febbraio 2013 alle ore 19 in Via Madonna 10, dipanerà nei dipinti in esposizione tutto il percorso artistico di Laselva dal suo primo lavoro, eseguito venticinque anni fa, alla sua ultimissima produzione.
Invito de "Il coraggio dell'ombrello" |
Vito Laselva nato a Bari nel 1967, ha frequentato l' Accademia di Belle Arti della sua città conseguendo il diploma in Scenografia nel 1990; nel 1996 ottenne il suo primo importante riconoscimento pubblico , quando le sue opere vennero selezionate ed esposte alla "Biennale dell'arte - Immagini Giovani" organizzata dal comune di Vigonza (PD).
Dal 2000 iniziò a collaborare con la galleria barese "L'Immagine", tenendo mostre personali e partecipando a collettive insieme ad importanti nomi della pittura italiana contemporanea; nel 2006 espose a Parigi, presso la Mairie du 13ème Arrondissement, nell' ambito della manifestazione culturale "La Semaine Italienne".
Dal catalogo della mostra 'La strada del ritorno' : "Nel segreto dell' Es riaffiorano figure emblematiche venute da lontano, archetipi la cui memoria è serbata nella storia dell'umanità. Figure che ritornano alla modernità attraverso la mano sapiente dell'artista, che dà loro corpo grazie ad una originale tecnica figurativa, pensata e perfezionata negli anni affinché, attraverso la finitezza del metodo, i soggetti raffigurati raggiungessero la massima forza espressiva. La perizia tecnica con la quale Laselva prepara le tavole per i suoi quadri, stendendo pazientemente molteplici velature di stucco, non è dunque mero virtuosismo formale, poiché è proprio lo speciale trattamento del supporto materiale a conferire alle creature che animano le opere dell'artista quel particolare effetto marmoreo che le rende solenni nella loro plasticità figurativa.
Solennità spiazzante per l'uomo contemporaneo, che pur riconoscendo in queste mute figure l'appartenenza ad un comune universo immaginativo, si ritrova solo di fronte alla nitidezza delle sensazioni suscitate da queste opere che inibiscono la parola. Il silenzio eloquente delle figure, il silenzio che esse impongono allo spettatore, trafigge il frastuono con il quale l'uomo moderno ha scelto di seppellire il silenzio, affinché non fosse pià costretto a ricercare in esso il senso ultimo della sua esistenza.
La parola spiazzata si ripiega su sé stessa e lascia spazio alla riflessione che nasce dalla contemplazione dell'opera in cui l'occhio indugia, suscitando ad ogni incontro, ad ogni sguardo con le figure arcane, una nuova e sfuggevole percezione della realtà. Come le figure immobili di Laselva sotto la fissità dello sguardo dell'osservatore sembrano ad un tratto muoversi e animarsi, così ogni tentativo di interpretazione univoca dell'opera stessa è destinato a sfumare nell'affollarsi di idee e sensazioni che oscillano tra gli intimi ricordi di vita che ciascun uomo serba e il ricordo di una universalità di cui ciascun uomo è parte. Sulla strada del ritorno la memoria individuale, quella fatta di volti, paesaggi, oggetti, si riannoda alla memoria storica dell'umanità, quella che riconosce le proprie origini nei 'reperti archeologici' che la pittura di Laselva riporta alla luce".