Res extensa al Primo Piano LivinGallery di Lecce
Res extensa è il mondo materiale entro il quale i corpi e gli oggetti occupano un certo spazio e vivono una certa temporalità, una sostanza oggettiva. Secondo il filosofo Merleau-Ponty, sia la superficie del nostro corpo che le textures degli oggetti che ci circondano fanno parte della stessa 'carne', dove tutti gli elementi si intrecciano e fanno eco gli uni agli altri. Nella carne dormono le ali e per volare e per muoversi, siamo costretti a tornare alle cose semplici, liberandoci dai fardelli e generando parole in libertà, capaci di decollare e spiccare il volo.
Sono stati invitati alla mostra diciannove artisti visionari per narrare attraverso le loro opere una tematica che esula da schemi convenzionali, siano essi classici che contemporanei, e si caratterizza per la sua natura fortemente visiva e narrativa, includendo nella sua espressione il segno, l’amorfo, il sè, il mondo, l’altro, il sacro, il profano, la poesia, il suono, la parola nell’ arte contemporanea. Una mostra rivolta alla tematica della rinascita del pensiero e della materia, dell’ azione culturale e sociale a cui è dato il compito di incidere un divenire, tramite la presenza, la volontà e lo studio delle singole opere proposte, per celebrare le potenze-energie di ricongiungersi ad un assoluto comune dell’essere e dell’esistere. Celebri teurghi del passato e autori si rifecero a questa visione e furono: Erodoto, Euripide, Pitagora, Orazio, Porfirio, Plinio il Vecchio, Virgilio, Apuleio, Giuliano il Teurgo, Alberto Magno, etc. In effetti la Teurgia divenne con il monoteismo, l’azione dell’ unico Dio o dell’Energia Unica e Suprema.
“Dalle corde alla frutta”, è una delle opere di scultura della nuova produzione artistica di Giorgio Carluccio (Brindisi), orientato ad una personale ricognizione poetica orientata al connubio tra rigore e visionarietà, norma e allucinazione. Una sorta di “paesaggio dalle convulsioni forti” come diceva Artaud a proposito della pittura di Van Gogh. Nelle opere di Carluccio, ci troviamo di fronte a elementi familiari (la corda, la mela) ed estranei al tempo stesso. Tutti siamo d’accordo che in questo nuovo secolo viviamo un’emergenza dovuta a problemi di globalizzazione, criticità, ricerca identitaria e ansiosa.
Nel ricco brodo primordiale dei blog, possiamo osservare in diretta, le diverse fasi di nascita, crescita, stagnazione, morte ma soprattutto, riutilizzo, ri-assemblamento, e raffinamento continuo dei materiali. Internet ha rappresentato per molti l’uscita dall’isolamento geografico e l’ingresso in un gioco molto più ampio e ricco. “A beautiful demise” di Laura J. Victore (Usa), è la dimostrazione di questo brodo memetico, proiettato su una numerosità quasi inconcepibile che istituisce dei confini tra interno ed esterno, tra modelli carismatici di interazione e informazioni scientifiche dell’era della tecnica. Sul doppio registro tra immagine pubblica e backstage privato, prendono corpo le doppie verità di libertà di pensiero e di lontananza nelle opere di Astolfo Funes (Venezuela), che richiamano il senso del tatto nell’ intero corpo, nel suo spessore e superficie. Res Extensa è una ricerca sospesa tra vista e tatto, tra pensiero e materia ed esplora la connessione tra il corpo e lo spazio attraverso tracce di riti o atti intimi o quotidiani. Il sensibile è la qualità tattile delle cose, il contatto con gli altri, o con gli oggetti , la sensazione di avere sempre la terra sotto i piedi. Attraverso le sue innumerevoli pelli, il mondo ci fa conoscere gli elementi che lo costituiscono: il volume, la consistenza, i contorni, il peso.
Quando osserviamo le opere di Fatma Almazrouie (Emirati Arabi), notiamo il ruolo che l’artista svolge all’interno del legame sociale, gli stimoli tra il dentro e il fuori, tra il piacere e il dolore. L’invisibile che ci circonda è rappresentato nelle opere di Magda Apostolou (Grecia), in cui si riflette “la pelle della terra”, coperta di fessure, di rotture, di spazio e tempo che perdono i loro connotati oggettivi per esprimersi in superfici aride e desolate, intese come paesaggi del corpo e della solitudine, aprendosi a evocazioni di temperatura prettamente mediterranea.
Nelle opere di Katelyne Ostyn (Francia) emerge un corpo mondo, l’esplorazione dell’assenza, la fisionomia sensoriale e sensuale della terra. Nei “corpi di energia” di Donato Bruno Leo (Brindisi), l’evocazione alimenta un sottile dialogo sulle molte realtà delle cose, sulle modalità del frammento, sulla dimensione archetipica legata al femminile, alla sacralità di una nascita con rimandi simbolici e trascendenti.
Il tempo, il rapporto con il passato, e i legami temporali e fisici sono presenti nelle opere di Tania Dimitrakopoulou (Grecia), e nel video “Hollow Null” di Rodrigo De Toledo (Brasile). L’irruzione esuberante dei media all’ interno della società ha incominciato ad innescare meccanismi di dilatazione a tutte le masse del globo, togliendo la prerogativa dello spaesamento carnale allo slancio dell’artista, trasferendolo in un contesto più tecnologico. I computer sono entrati, come cavalli di Troia, con la loro potenza, offrendo possibilità di estensione, non solo dei sensi, ma anche del cervello e delle capacità psico-fisiche. La recente ricerca di Dario Manco (Lecce) è quella di investigare su certe dilatazioni, di realizzare mondi sui quali egli proietta la sua storia o quella del mondo che lo circonda, manipolando simboli concreti con elementi immaginari.
Molti di noi si chiedono quale sia oggi la funzione dell’artista nella ricerca artistica contemporanea. Se ha ancora oggi senso di parlare di arte o di ruolo dell’artista, vista la proliferazione di varie forme espressive e il loro costante riuso in un’ottica che è ormai definita post-moderna dalla critica.
È anche vero che l’arte è capace di rinnovarsi e di trovare sempre nuovi spunti di riflessione che spingono, chi la osserva a interrogarsi costantemente. L’arte, infatti, ha una funzione simbolica, è un connubio perfetto di forma e materia, di visibile e invisibile, di sostanza e di pensiero, perché scaturisce da una intuizione sensibile dell’artista che la traduce in forme comprensibili al pubblico di riferimento, adattando il suo pensiero e il suo sguardo, verso la realtà, nei confronti di una forma concreta e corporea come accade nelle opere di Motoko Huysveld (Francia), Nel Ten Wolde (Australia) e Thomas Kabelitz (Germania).
Questa concezione ha un suo referente nelle teorie di Kant, e mette in moto le facoltà del Geist, il ponte simbolico tra arte e genio, tra idea estetica e rappresentazione.
Per molti artisti come Giovanni Alfonsetti (Brindisi), Stuart Ross Snider (Usa) ed Helle Rask Crawford (Danimarca), il simbolo è la rappresentazione sensibile del pensiero e tende ad una sorta di trascendenza.
Questi artisti, e i loro colleghi visionari Matthew Giuffrè (Usa) e di Luke Grothe (Usa), Nadine Rolland (Francia), partono dalla forma e dal materiale (logos e tecne) per arrivare ad una dimensione profonda, mettendo in dialogo il Geist con il reale, stimolando la nostra mente con la bellezza di una forma illogica.
RES EXTENSA
09 FEBBRAIO – 05 MARZO 2013
Inaugurazione SABATO 9 FEBBRAIO ore 19:30
A cura di Dores Sacquegna
Primo Piano LivinGallery
Viale G. Marconi 4 Lecce, Italy 73100
tel/fax: 0832.30 40 14
www.primopianogallery.com
primopianogallery@libero.it
GIORNI E ORARI
dal lunedì al venerdì dalle ore 11-13/16-19:30
Sabato: 17-20