Luciano Caruso in un saggio di Giorgio Moio
Un breve saggio sulla figura di Luciano Caruso, poeta verbovisuale nato a Foglianise (BN), ma napoletano per formazione, è stato pubblicato sulla rivista on line Utsanga, a firma di Giorgio Moio.
Dal saggio in questione, estrapolo e ben volentieri pubblico :
"Studioso tra i più accreditati, non solo in Italia, del movimento futurista e della poesia visiva e della neoavanguardia napoletana, tutta o gran parte dei movimenti e iniziative culturali sorti nell’ambito di un linguaggio d’avanguardia, recano in primis la firma di Caruso.
È sua l’idea e la realizzazione del gruppo “continuum”, un laboratorio di idee e proposte anticonformiste molto proficuo e importante per lo sviluppo di una cultura alternativa. È un percorso intricante, prezioso sussidio per quanti non hanno vissuto o non conoscono l’avanguardia napoletana che si è affermata negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. È tutto un proliferare di idee, un dipanarsi lungo la messa in discussione degli schemi, che in Caruso si annida già dagli studi universitari, dagli studi di filosofia basati sugli insegnamenti crociani e gramsciani, e attraverso letture disordinate che andavano da Vico a Nietzsche, passando per Wittgenstein.
Da qui il suo bisogno di rompere gli schemi, anche attraverso un impegno politico che lo conduce verso un’analisi “dal di dentro” delle condizioni di vita degli abitanti dei quartieri più degradati di Napoli, una battaglia culturale che trasferisce nell’arte: tentare di liquidare «definitivamente la concezione ingenua del rapporto tra segno e realtà. Ma la cosa più importante non è tanto il processo che rinvia il segno al reale, ma la comunità del segno e del reale immanente al linguaggio.
Nel pensiero di Wittgenstein c’è la straordinaria scoperta di una fenomenologia delle passioni all’interno del linguaggio o, meglio, la percezione che, attraverso il linguaggio, il lavoro vivo e le passioni producono la realtà» (Negri, 2003, p. 258) [1]. Prerogative che Caruso tramuta in materia da modellare continuamente, in gesto poietico, elementi che troviamo anche nel gruppo e nella rivista d’avanguardia “continuum”, centro di pulsione culturale durante la sua permanenza a Napoli."